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Why not e Poseidone, a Salerno imputati tutti assolti

Why not e Poseidone, a Salerno imputati tutti assolti

SALERNO. Tutti assolti perché il fatto non sussiste. E’ la sentenza dei giudici della I sezione penale del Tribunale di Salerno per i sei imputati nel processo basato sull’ipotesi che le inchieste ‘Why not’ e ‘Poseidone’ condotte dall’attuale sindaco di Napoli Luigi de Magistris (foto) quando era pm di Catanzaro, fossero state sottratte all’allora sostituto procuratore sulla base di un complotto. Sono stati quindi assolti Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Giancarlo Pittelli, avvocato ed ex parlamentare, ex coordinatore regionale di Forza Italia in Calabria; Giuseppe Galati, ex sottosegretario alle Attività produttive (oggi esponente parlamentare del gruppo Ala); Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria; Dolcino Favi, ex procuratore generale facente funzione a Catanzaro e l’avvocato Pierpaolo Greco. “Oggi la magistratura italiana restituisce a questa nazione un pezzo di storia senza le forzature di parte legate a progetti influenzati da smodate ambizioni personali. Sul piano processuale storico questa sentenza segna in maniera incontrovertibile la non credibilità di Luigi de Magistris ex magistrato”. Così, in una nota congiunta, gli avvocati Mario Murone, Francesco Favi e Giovanni Lacarìa, legali dell’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone; dell’ex procuratore generale facente funzione di Catanzaro, Dolcino Favi, e di Antonio Saladino ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria, assolti quest’oggi dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Salerno assieme a Giancarlo Pittelli, Giuseppe Galati e Pierpaolo Greco, nel processo che li vedeva imputati con l’accusa di aver sottratto al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris quando era sostituto procuratore della repubblica di Catanzaro le inchieste “Why not” e “Poseidone”. “Accogliamo con soddisfazione la decisione del Tribunale di Salerno, cui oggi è obbligo garantire la serenità perché stili le motivazioni di una sentenza che sul piano processuale restituisce serenità ai soggetti coinvolti ed alle loro famiglie e che sul piano storico traccia una linea indelebile tra il vero ed il falso”, dicono i tre avvocati. “Non posso non rilevare che questo procedimento, che fu portato avanti da magistrati coraggiosi durante le indagini preliminari, i quali nel pieno della ricostruzione degli indizi e delle prove furono in modo assolutamente illegittimo trasferiti, è stato molto difficile”, dice ancora de Magistris. L’ex pm, ricordando che per “oltre due anni” si è sottoposto “alla testimonianza in dibattimento”, ha sottolineato che “a distanza di anni e con altri magistrati è stato difficile ricostruire quei fatti”. L’attuale sindaco di Napoli ritiene di dover “dare atto al lavoro dei magistrati del dibattimento, in qualità di pubblico ministero, che hanno sostenuto l’accusa in giudizio e chiesto le condanne degli imputati ritenendo – evidenzia de Magistris – che c’era la prova della loro colpevolezza”. L’ex pm ora attende le motivazioni della sentenza del Tribunale di Salerno “per capire – spiega – il ragionamento perché, da uomo di diritto e da magistrato, le motivazioni sono importanti”. De Magistris, tuttavia, non arretra e ricorda che “siamo solo agli inizi, al primo grado. In questa vicenda la strada della giustizia è stata talmente in salita e talmente difficile che il tempo – conclude il sindaco – per poter essere galantuomo evidentemente ha bisogno ancora di altro tempo”.

 

 

 

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