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Wanda Ferro: “Allarmanti i dati del rapporto Svimez 2015, c’era una volta la Magna Grecia”

Wanda Ferro: “Allarmanti i dati del rapporto Svimez 2015, c’era una volta la Magna Grecia”

CATANZARO. “Quello che emerge dall’ultimo rapporto Svimez è una impietosa drammatica fotografia delle condizioni socio-economiche del Mezzogiorno: il Sud è messo peggio della Grecia e si avvia verso un sottosviluppo permanente”. E’ quanto afferma la vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro. “I dati più preoccupanti – prosegue la Ferro – sono rappresentati dal numero degli occupati che si attestano al livello più basso dal 1977 (anno di inizio delle rilevazioni Istat) e dalla crescita che è quasi la metà di quella della Grecia.

Il rapporto Svimez disegna un quadro di un Paese diviso e diseguale, in cui il Sud è alla deriva e scivola sempre più nell’arretramento sino a trasformare la crisi ciclica in un sottosviluppo permanente dove la Calabria primeggia quanto a povertà, emigrazione, crollo di spesa pubblica ed investimenti, tasso di natalità.

Nello scorso anno, infatti, al Sud si sono registrate nascite al livello del minimo storico registrato oltre 150 anni fa, durante l’Unità d’Italia: è un dato che non occorre interpretare.

Nei prossimi anni, secondo lo Svimez, il Sud sarà interessato da uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, con una perdita di oltre 4 milioni di persone: una vera e propria desertificazione demografica.

C’era una volta la Magna Grecia, ed ora cosa rimane?

Le terre che videro i natali di Milone, celebre campione olimpico dell’antichità, e che ospitarono Pitagora, che qui fondò la scuola di scienza e matematica, rischiano di essere cancellate dai libri di storia e di geografia.

I destini di quel sud d’Italia che con la Grecia scambiò saperi e cultura, sembrano sempre più accomunati verso una strada di non ritorno, nella pressoché totale indifferenza della classe politica e della classe dirigente di questo Paese.

E, intanto, continuiamo a parlare di Europa senza accorgerci che l’Italia è diventata soltanto una rappresentazione geografica dove i popoli del Sud non avvertono più il senso dello Stato e la classe dirigente cieca e sorda non si avvede, più o meno consapevolmente, del degrado civile e sociale che grida giustizia.

Il Mezzogiorno resta un paese a sé, staccato dal resto d’Italia e l’Italia non si salva se non si salva il Sud.

Dopo anni di colpevole silenzio, ci dicano – conclude la Ferro – se la Questione Meridionale irrisolta diverrà realmente centrale nelle agende di tutti i governi o se debba proseguire lo scempio iniziato con l’Unità d’Italia che, come certificato dallo Svimez, porterà alla desertificazione demografica ed industriale del Sud.

Ci dicano comunque la verità, almeno sapremo chi saranno i prossimi …. Savoia.

 

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