Vono (M5S), applaudito intervento al Senato: “Nella sanità serve una rivoluzione morale”

Vono (M5S), applaudito intervento al Senato: “Nella sanità serve una rivoluzione morale”

Ha ricevuto gli applausi convinti e ripetuti della maggioranza a Palazzo Madama la senatrice calabrese del “MoVimento 5 Stelle” Gelsomina Silvia Vono, intervenendo in aula martedì, nel corso della discussione generale sul Documento di economia e finanza 2018. Un intervento focalizzato sul Def nella più ampia visione “di un’Italia più coesa, equa e solidale”. Inevitabile, pertanto, il riferimento alla sanità, in un momento delicatissimo per la sanità calabrese e nell’imminenza dell’incontro della Commissione salute in conferenza Stato-Regioni con la ministra Giulia Grillo. La senatrice Vono ha definito i paradigmi della “rivoluzione copernicana” che il governo Conte metterà in campo in tema di salute, partendo da “interventi incisivi sulla dirigenza sanitaria, scelta secondo la competenza e il merito, non più sulla base di logiche politiche o partitiche, in modo da mettere fine una volta per tutte al rapporto immorale e malsano tra politica e sanità”. E poi ancora “nuovi e diversi criteri di nomina dei direttori generali, dei direttori sanitari e amministrativi e dei dirigenti di strutture complesse”. “Gli stessi saranno valutati – ha affermato la parlamentare calabrese – in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Obiettivi di performance precisi e operativi che, riducendo al minimo il margine di discrezionalità, non consentano più di premiare soggetti che, praticando il più bieco servilismo, hanno mirato solo al proprio avanzamento di carriera a totale danno delle aziende sanitarie e, soprattutto, dei cittadini”. Di particolare rilievo i richiami alla “coesione territoriale, per armonizzare il Nord e il Sud del Paese” sia per “i livelli minimi essenziali di assistenza che di prestazioni su tutto il territorio”. Vono ha anche messo in risalto le priorità della nuova maggioranza a partire dai “punti deboli” del Def presentato dal governo Gentiloni nell’allegato sui Bes, gli indicatori di benessere equo e solidale. “Occorre ripartire dalle misure anti-precarietà e di sostegno alle fasce più deboli già annunciate nel nostro contratto di governo, dal momento che la povertà assoluta è aumentata arrivando a interessare cinque milioni di persone – ha tuonato la senatrice – così come è aumentato il divario tra Nord e Sud in termini di disuguaglianza di reddito disponibile ed equità sociale”.

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