Violenza a scuola su una bimba di 6 anni: arrestato un bidello

Violenza sessuale aggravata nei confronti di una bambina di sei anni. E’ l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari un collaboratore scolastico. A emettere il provvedimento nei suoi confronti, eseguito dai carabinieri, il Tribunale di Palmi su richiesta della Procura. Secondo la denuncia formalizzata dai carabinieri di Cinquefrondi, la violenza sarebbe avvenuta a scuola: la piccola aveva raggiunto l’uomo – un sessantenne originario della provincia di Reggio Calabria- in una stanza per una fotocopia che le aveva chiesto la maestra. E lui approfittando del fatto che erano soli avrebbe costretto la bambina a subire atti sessuali. Tornata in classe la bimba non si era confidata nè con gli insegnanti nè con i compagni. Era riuscita invece ad aprirsi con la mamma alla quale ha raccontato nel dettaglio quello che le aveva fatto l’uomo. La rapida attivazione del “codice rosso”, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della procura di Palmi, ha consentito ai militari dell’arma di procedere agli accertamenti in pochi giorni. Una volta acquisita la testimonianza della bambina, alla presenza di una psicologa nominata dai pm, hanno concluso in brevissimo tempo l’attività di indagine. “Per quanto gravi, a me piace guardare anche l’aspetto positivo di queste vicende perché dimostrano che si é superata una doppia barriera, quella delle vittime e quella dei genitori, che adesso denunciano apertamente mentre prima, in molti, per paura di essere giudicati o per proteggere i loro figli vittime degli abusi, non lo facevano”, ha detto il Procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti, facendo riferimento al caso della bambina di sette anni di un istituto comprensivo della Piana di Gioia Tauro. Netto il giudizio del Garante per l’Infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale: “Una bambina di sette anni può stimolare sessualmente solo una mente malata e, purtroppo, si ha contezza che anche su bimbi più piccoli si concentra l’attenzione morbosa dei pedofili. Questi soggetti devono essere curati, ma giacché l’abuso sull’infanzia è da considerarsi fra i più turpi crimini contro l’umanità, devono essere condannati senza condizionali di sorta”.