Via libera in Consiglio dei ministri al “salvacasa” voluto da Salvini

Via libera in Consiglio dei ministri al “salvacasa” voluto da Salvini

Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto salva-casa per regolarizzare “piccole difformità” edilizie, ossia abusi minori come un tramezzo spostato o una finestra posizionata diversamente. Un passo che il padre del provvedimento, Matteo Salvini, definisce “culturalmente una rivoluzione liberale”. Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture esprime tutta la sua “soddisfazione” nella conferenza stampa post cdm in cui illustra il decreto. “E’ un intervento che entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera positiva e risolutiva. Si liberano i Comuni da valanghe di pratiche, sono stimate in 4 milioni, il Comune incassa, il cittadino paga e rientra in possesso del suo bene. Può vendere”, sottolinea il ministro, ribadendo che “non è un condono sull’esterno” ma una “grande opera di semplificazione e sburocratizzazione”. Tra le altre misure, l’inserimento del criterio di edilizia libera per vetrate panoramiche amovibili, tende e altre opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici; l’ampliamento delle tolleranze costruttive (tra il 2 e il 5%) ed esecutive; la semplificazione dell’accertamento di conformità eliminando la doppia conformità. Viene poi semplificato il cambio di destinazione d’uso di singole unità immobiliari. Plaudono al provvedimento Confedilizia e Confartigianato. “Si tratta di misure di buon senso, che saranno utili ai proprietari di casa e al mercato immobiliare”, commenta Confedilizia Il salva-casa “è un provvedimento sbagliato, che richiede modifiche profonde, perché rischia di essere un condono mascherato” -afferma di contro Legambiente- nessun comune sarà mai in grado di esaminare una pratica di sanatoria entro i 45 giorni stabiliti”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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