Vettel come Schumi. Ora la Ferrari può tornare a sognare

Vettel come Schumi. Ora la Ferrari può tornare a sognare

Il GP di Singapore dominato dalle Ferrari riapre la corsa mondiale in Formula 1. Vettel centra un weekend pazzesco per la Rossa. Uno dei più affascinanti di sempre. Prima conquista una pole position che non arrivava da tre stagioni. Poi domina una gara, tra safety car ed invasioni di pista, che lo rilancia nella corsa al titolo iridato. Lui, Sebastian, già quattro volte campione del mondo dimostra di essere un fuoriclasse, un top player di quelli che, se sono in giornata e la macchina è perfetta, non li ferma nessuno. Compresa la Mercedes. I tedeschi si ritrovano con un motore meno affidabile di quello precedente che costringe Hamilton al primo ritiro stagionale e relega Rosberg al quarto posto. Festa in casa Ferrari con Raikkonen che chiude terzo. Due rosse sul podio non si vedevano da due anni. Ora ci sono sei gare a disposizione per sognare e sperare. Tutto si deciderà nei prossimi due mesi con la gara del 29 novembre ad Abu Dhabi che potrebbe risultare decisiva. Certo, per vincere ed arrivare fino in fondo, le Mercedes dovrebbero o ritirarsi dal Mondiale oppure continuare a sbagliare tutto e la cosa appare al quanto impossibile. Ma i troppi problemi avuti dalle Frecce d’Argento, in appena 2 settimane, tra motori, freni e gomme, tengono viva la speranza che anche a Suzuka, domenica 27, Vettel possa mettere ulteriore pressione alle Mercedes. Cosi il rilancio di una macchina che prima non convinceva nessuno e adesso appare perfetta ha visto Vettel, a 28 anni, conquistare il suo terzo gran premio stagionale proprio come aveva fatto Michael Schumacher al suo primo anno il rosso, nel 1996. Ma Sebastian ha ancora sei gran premi da affrontare, in un finale di campionato che può regalare clamorose sorprese mondiali. Sebastian e Michael. Tedeschi entrambi, con un equilibrio perfetto, con una cura maniacale per i particolari. Ambedue piloti vincenti. Per Sebastian è stata la quarta vittoria in carriera a Singapore ed oltre ad aver eguagliato il suo connazionale e idolo di sempre, ha superato anche un mito che di nome fa Ayrton e di cognome Senna. 42 GP vinti, con quello di Marina Bay, uno in più del brasiliano. Adesso nel mirino finisce Prost, lontano solo nove successi, mentre Schumacher resta, per ora, irraggiungibile con 91 trionfi in carriera. La gioia di Seb, via radio una volta superata la bandiera a scacchi e riproposta poi sul podio durante l’inno di Mameli, è figlia anche del ritiro di Lewis Hamilton, che lo rilancia a -49 punti dal suo quinto titolo. Ecco perché la gara in Giappone apre ad una pazza idea, quella di raggiungere e poi superare le Mercedes. Impresa ardua ma la Ferrari vista nelle ultime gare da la sensazione di poter battagliare fino all’ultima curva, in uno dei mondiali più affascinanti di sempre. Dall’addio di Montezemolo all’arrivo di Sergio Marchionne sono cambiate molte cose soprattutto all’interno della squadra. Il merito del nuovo staff, fatto di ingegneri made in Maranello, è stato quello di ricostruire, in pochissimo tempo, una macchina vincente in grado di ridare linfa e gioia al popolo del Cavallino. Dopo le tante parole degli ultimi anni finalmente sono arrivati i fatti. Per questo la sensazione è che, a prescindere da come finirà questa stagione, il futuro della Ferrari è destinato ad essere vincente e che quello a cui stiamo assistendo ora è solo l’inizio di un nuovo ciclo. Un ciclo che ricorda molto quello avviato nell’era Schumacher.

  Matteo Pirritano

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