Univoc: “I malati di alzheimer non sono pazienti fragili: lo certifica l’Asp di Catanzaro”

Riceviamo alle redazioni di RTC e Giornale di Calabria nota stampa di Univoc:
“La malattia di Alzheimer è sparita dai protocolli vaccinali dell’Asp di Catanzaro, forse perché non considerata come tale e visto che chi ne è affetto non lo si considera come un paziente fragile?
La certificazione la pubblica proprio l’Asp di Catanzaro, che nella tabella che definisce le categoria fragili che, a prescindere dall’età, possono accedere alla piattaforma per le prenotazioni e la somministrazione dei vaccini anti Sars-Cov-2, quelle categorie individuate attraverso i codici di esenzione previsti dal Servizio Sanitario Nazionale.
Bisogna premettere che i pazienti fragili con malattia di Alzheimer non sono solo quelli “reclusi” nelle varie cliniche penitenziario presenti sul territorio calabrese, che ormai da oltre un anno vivono in splendido(?) isolamento sociale ed umano, ma che almeno hanno o forse avranno la dose di vaccino loro destinata. Ci sono altri malati, sempre affetti dal Morbo di Alzheimer che non vivono in reclusione nelle cliniche lager – quelle note alle cronache – ma, che restano a carico dei tanti caregiver familiari e che l’Asp territoriale ben conosce. Le tante famiglie hanno provato ad accedere alla piattaforma indicata, ma non essendo categorie eleggibili per come indicato, nonostante l’inserimento dei dati e dei codici fiscali, vengono rimandati indietro dal sistema, esclusi da un diritto sottoscritto dalla malattia e dalla incapacità della burocrazia locale, quella sempre dell’Asp di Catanzaro.
I malati di Alzheimer alla latitudine di Catanzaro e provincia diventano doppiamente ammalati. La prima volta per una patologia devastante e, la seconda per un’altra patologia che non si certifica con una diagnosi, ma solo e soltanto ricordando che siamo in presenza di una struttura pubblica dello Stato commissariata per infiltrazioni mafiose. Questo dice tutto!
Noi che abbiamo conosciuto la malattia e l’incapacità del sistema ci domandiamo se l’Asp di Catanzaro è sempre quella che negli anni passati ha studiato e dato lustro all’informazione sulla malattia, con i tanti seminari e con i fondi della Comunità Europea? E, se è sempre quella a cui afferisce anche il Centro Regionale di Neurogenetica? Perché se è così e tutti lo sappiamo che è così, non ci resta che chiedere ai “prefetti” commissari la chiusura anche del Dipartimento Cure Primarie del Distretto di Catanzaro, perché inutile su una malattia che non conosce e che non vuole più conoscere. Almeno ce saremo fatti una ragione tutti!
L’Unione Nazionale Italiana Volontari Pro-Ciechi di Catanzaro, sempre attenta a supportare la costante azione sociale dell’UICI nei confronti delle persone affette da disabilità visiva e familiari ha costantemente organizzato e messo in atto azioni anche a distanza atte a favorire la partecipazione attiva con strumenti di vario genere.
Nello specifico, attraverso il supporto del suo personale volontario anche in occasione della celebrazione della festa del Papà è riuscita nell’intento di fare da collante tra la celebrazione organizzata dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Catanzaro e le famiglie dei piccoli soci della stessa UICI tant’è che nel corso della settimana appena passata l’opera dell’UNIVOC è stata improntata nella raccolta di testimonianze di padri e figli per il montaggio di un piccolo video di testimonianza che fungesse anche da augurio per la figura che il padre in ogni sfaccettatura rappresenta nella vita di ogni famiglia. Una raccolta di testimonianze ed interventi quindi di padri che nel corso del tempo di sono distinti per particolari condizioni di vita ma che nonostante tutto sono riusciti a svolgere in pieno il proprio ruolo tanto da essere stati premiati con l’attestato “Padre dell’Anno” nel corso dell’approfondimento sociale e culturale ideato da Luciana Loprete “Non ci vedo…ma ci credo”.
Il Presidente UNIVOC
Daniela Taverna