Università di Catanzaro, Cisl: “Stabilizzare i precari storici”
CATANZARO. Stabilizzare i lavoratori precari storici dell’università Magna Grecia di Catanzaro. E’ la richiesta della Cisl Federazione Università, il cui segretario generale, Francesco De Simone Sorrentino, ha scritto alle ministre dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, oltre che al rettore, Aldo Quattrone. De Simone Sorrentino ripercorre l’iter delle varie normative varate al fine di porre termine al precariato storico nei vari enti pubblici, sottolineando che “esiste ormai da lungo tempo presso l’Università degli Studi di Catanzaro “Magna Graecia” un preoccupante fenomeno di precariato storico che concerne il personale tecnico-amministrativo. Negli anni, infatti, – evidenzia il sindacalista – sono proliferati rapporti flessibili in numero, a nostro avviso, spropositato specie con riferimento ai contratti a tempo determinato e alle co.co.co”. A tal riguardo, la Cisl sottolinea che l’ateneo catanzarese “da oltre 15 anni utilizza le proprie facoltà assunzionali esclusivamente per effettuare reclutamento di personale docente. In tale contesto – scrive – il personale precario costituisce, oggi, una risorsa irrinunciabile per garantire la continuità dei pubblici servizi erogati alla collettività”. La Cisl, si fa rilevare ancora, “ha più volte rappresentato ai vertici dell’Università che, stante il quadro normativo vigente, la proroga dei rapporti a tempo determinato necessariamente avrebbe comportato l’avvio delle procedure per il reclutamento speciale ai fini della stabilizzazione dei rapporti medesimi e ciò non solo per la tutela dei lavoratori, ma anche per non disperdere competenze e professionalità utili alla collettività nella convinzione, comunque, che le scelte operate nel passato in termini di programmazione dei fabbisogni fossero chiaramente discutibili”. Tuttavia, lamenta il sindacato, “malgrado il chiaro intento del Legislatore di consentire il superamento graduale del precariato storico, l’Ateneo, pur prorogando i contratti a tempo determinato in essere, non ha attivato il reclutamento speciale. Questa circostanza ha determinato un forte fermento nel personale precario sfociato in un grave problema sociale determinato da una ulteriore e discutibile decisione dell’Università di bandire un concorso pubblico (dopo oltre 15 anni) prescindendo dalla attivazione delle procedure riservate”. L’Università “Magna Graecia” ha, infatti, indetto un concorso pubblico, denuncia ancora la Cisl, per titoli ed esami, per la copertura di un posto a tempo indeterminato di categoria C, posizione economica C1, dell’area amministrativa per le esigenze dell’amministrazione centrale e/o dei centri autonomi di gestione dell’ateneo”. La Federazione Cisl aggiunge al riguardo che, “avendo prorogato i rapporti a tempo determinato ormai instaurati da molti anni l’Ateneo avrebbe dovuto immediatamente avviare le procedure di reclutamento speciale, utilizzando (almeno per l’anno 2016) fino al 50% delle facoltà assunzionali destinate all’assunzione di personale tecnico amministrativo, nella piena convinzione, comunque, che sussistono – si legge – a nostro avviso, evidenti criticità in termini di programmazione attuale dei fabbisogni in un Ateneo che non contempli le professionalità tecnico-amministrative necessarie. E’ lecito interrogarsi su cosa sarebbe accaduto – continua la lettera – se negli ultimi anni, non vi fosse stata la possibilità di prorogare i contratti a tempo determinato in essere. Come l’Ateneo avrebbe potuto garantire la continuità dei servizi pubblici offerti all’utenza?”. Nella lettera è scritto che “a fronte di circa 110 unità di personale in servizio a tempo indeterminato operano presso l’Amministrazione oltre 60 unità di personale con contratti a tempo determinato che hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione oltre alle innumerevoli co.co.co. le cui funzioni in molti casi negli altri Atenei sono esercitate da personale strutturato. Come sindacato di categoria non possiamo che effettuare una valutazione molto negativa delle politiche di reclutamento effettuate negli anni dall’Ateneo di Catanzaro che, in modo evidente, – recita la nota – ha scelto di precarizzare la funzione tecnico-amministrativa al punto tale che, pur in presenza di disposizione legislative volte a superare positivamente il fenomeno, ancora una volta ha inteso seguire un percorso singolare avviando un concorso pubblico su cui chiediamo l’attenzione massima di chi è preposto alla tutela dell’interesse pubblico. Non possiamo nascondere – scrive il segretario della federazione Cisl Università – i timori di chi pensa che tale procedura concorsuale possa essere lo strumento per garantire nuove forme di precariato grazie all’utilizzo a tempo determinato delle graduatorie che si determineranno o, peggio ancora, possa essere la strada per altri attraverso la quale giungere ad un impiego a tempo indeterminato mentre i precari storici “stanno a guardare””. Per queste ragioni, scrive la Cisl, “abbiamo chiesto all’Ateneo di sospendere la procedura concorsuale”.