Udi: “no” alla soppressione di Ginecologia al “Pugliese”

CATANZARO. L’Unione donne italiane di Catanzaro ha scritto una lettera, tra gli altri, al presidente della Regione, al Commissario ad acta per la Sanità e al sindaco del capoluogo “per porre all’attenzione – è scritto nel testo – alcune questioni che riguardano la salute delle donne che vivono nella nostra realtà e che sappiamo essere centrali, come le interruzioni volontarie di gravidanza (I.V.G.), il partorire ed il nascere”. “Ci interessano i luoghi, le risorse, le leggi, il presente ed il futuro dell’ostetricia e ginecologia della città, attualmente allocata nell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, dove – prosegue il testo – secondo noi, dovrebbe rimanere. Conosciamo le numerose difficoltà in cui è costretto a lavorare il personale medico e non medico ospedaliero ed universitario rispetto al bacino di utenza, essendo l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio punto di riferimento di altri ospedali minori. Sappiamo che, da tempo, l’ostetricia e ginecologia aziendale sta garantendo le I.V.G. anche per la provincia di Crotone e che recentemente, su sollecitazione del primario, è stata assunta una unità medica a suo supporto per la mole di interventi annui che diversamente non sarebbe stata sostenibile: circa 500 entro il 90/mo giorno e circa 50 oltre il 90/mo giorno. Siamo, inoltre, al corrente che una parte dei reparti di degenza ospedaliera è stata di recente ristrutturata. Ne siamo compiaciute e sollecitiamo l’estensione dei lavori al resto dei locali, augurandoci che possa avvenire nel più breve tempo possibile”. “Una questione – è scritto ancora nella lettera dell’Udi di Catanzaro – però ci allarma e ci preme denunciare. Ci riferiamo al taglio dei posti letto prevista dal DCA n. 64/2016 che modifica ed integra il DCA n.30/2016 a firma del Commissario ad acta, attuato in base a criteri che sembrano in netto contrasto con l’aumento del numero dei parti negli ultimi anni, da circa 1800/anno a circa 2200/anno. Aumento dovuto, oltre che alla riconosciuta professionalità degli operatori, anche alla chiusura dei reparti di neonatologia di Crotone e Lamezia. Il sottodimensionamento dei posti letto comporta, inoltre, l’assenza di un Pronto soccorso ostetrico previsto da una legge nazionale recepita dalla Regione ed il sempre ridotto numero di anestesisti che viceversa andrebbe potenziato per garantire il Lea parto analgesia. L’esiguità dei posti letto e del personale, pare rendere impossibile l’utilizzo della RU-486 nel reparto ospedaliero. Utilizzo che noi da anni auspichiamo, ritenendo la pillola abortiva una importante possibilità di scelta e un’opzione meno invasiva rispetto ad altre, per le donne che potrebbero volerne fare richiesta”. Per l’Udi “la futura integrazione tra Università e Ospedale deve vedere una effettiva integrazione tra ricerca, formazione e assistenza, fornita quest’ultima in modo eccellente dalle competenze presenti al Pugliese. Deve superare conflittualità ma anche gli anacronistici privilegi dell’accademia. In medicina, l’elevata qualità non è più prerogativa indiscussa dell’Università. Per queste ragioni non comprendiamo la volontà di soppressione della Ostetricia e Ginecologia e della Pediatria ospedaliere e di non dare seguito ai relativi bandi di concorso. Chiediamo, infine, che per le scelte che saranno operate sul Materno-Infantile della città, si tenga conto delle realtà positive, storicamente consolidate e che si decida a partire da quelle. La salute delle donne viene prima di tutto”.