Truffe, beni per 200.000 euro sequestrati nel Reggino

I carabinieri della compagnia di Taurianova hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili emesso dal Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura, a carico di quattro persone indagate in concorso per i reati continuati e aggravati di appropriazione indebita, ricettazione e indebito utilizzo di carte di pagamento. Il provvedimento è frutto di un’indagine avviata dalla stazione carabinieri di Polistena dopo la denuncia presentata lo scorso anno dal proprietario di una locale area di servizio di carburante, che ha permesso di accertare come i quattro fossero riusciti a realizzare un poderoso sistema di pagamenti fraudolenti al fine di appropriarsi di ingenti quantità di denaro contante. La minuziosa e imponente analisi documentale, la visione di videoregistrazioni e le escussioni testimoniali hanno consentito ai carabinieri di ricostruire un sistema fraudolento quasi perfetto che, grazie alla prestazione d’opera dei quattro indagati, alcuni dei quali anche incaricati del controllo contabile delle società e degli altri lavoratori, li aveva consentito, dal marzo 2017 al marzo 2018, di entrare in possesso illecitamente di oltre 200.000 euro in contanti.

La truffa è stata realizzata in tre fasi: i quattro dipendenti hanno effettuato nel corso dei mesi, con cadenza quasi giornaliera, circa 240 transazioni fittizie utilizzando carte di credito “multicard” intestate alla società per la quale lavora uno dei tre, simulando l’acquisto di carburanti, lubrificanti e altri prodotti venduti nell’area di servizio dove lavoravano gli altri tre, per un totale di oltre 200.000 mila euro di spesa. Gli indagati, nel corso della loro prestazione professionale, si sono appropriati della equivalente somma in denaro contante consegnata nel corso dei mesi da ignari clienti che si rifornivano di carburante all’impianto. I dipendenti, approfittando della loro funzione professionale, alteravano e falsificavano i documenti contabili giornalieri delle società, modificando le voci di spesa e incasso, al fine di celare l’ingresso di contanti e facendo risultare solo le transazioni con la “multicard”, riuscendo nella loro condotta delittuosa senza che i titolari potessero agevolmente accorgersene. Il sistema illecito è stato però scoperto e ricostruito dagli inquirenti e grazie ai successivi accertamenti bancari e patrimoniali svolti sugli indagati dai Carabinieri, l’autorità giudiziaria, condividendo l’ipotesi accusatoria, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente di quanto ritenuto profitto dei reati, mettendo i sigilli a 5 autovetture, 2 immobili, un terreno e diversi rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 150.000 euro.

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