Trasferimento di Urologia da Tropea a Vibo, Calabria Sociale: ” Malati vittime della guerra tra poveri”

Il presidio ospedaliero di Tropea, ed il suo depauperamento, sono l’emblema di come la distribuzione dei livelli assistenziali sul territorio e la logica del definanziamento della sanità pubblica vadano contro la razionalità e il diritto alla salute. A causa dei minori fondi perequativi per la propria sanità, la Calabria ha dovuto subire il folle piano di rientro, invenzione del federalismo fiscale: 4000 posti da operatori sanitari e innumerevoli posti letto persi, 0,30% in più di Irpef, nonché una maggiorazione delle accise per la benzina e dei ticket, rimborso del prestito di circa 50 milioni di euro concesso dal governo alla Regione, comprensivo di interessi da usura. Il trasferimento del reparto di urologia a Vibo Valentia è, sì, giustificato dall’attuale riparto di competenze nelle strutture sanitarie regionali, ma allo stato dei fatti si aggiunge a mancanze evidenti e grottesche, come la disapplicazione dei Decreti Commissariali del 2016 sui posti letto riservati a Tropea (che prevedevano, tra l’altro, il funzionamento dei reparti di Ortopedia, Geriatria, Medicina Generale, Chirurgia, Oncologia Medica) e la mancanza di servizi che in un luogo strategico come la costa tra Capo Vaticano e Zambrone dovrebbero essere indiscutibili (in un sistema che garantisca il massimo delle tutele, persino una sala rianimazione e una camera iperbarica sarebbero opportune in un luogo come Tropea).