Traffico di droga e armi, snodo nella Sibaritide: 25 arresti tra Italia e Germania

Droga e traffico di armi. Sono due i pilastri del ‘core business’ dell’holding criminale transnazionale, con base logistica in Calabria, nella Sibaritide, e proiezioni in Germania, smantellata dalla Guardia di finanza di Catanzaro con il coordinamento della Dda del capoluogo calabrese e di Eurojust. Venticinque le persone finite in manette ieri all’alba nell’ambito dell’operazione “Gentleman2”, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e, a vario titolo, reati fine in materia di stupefacenti. Sono stati anche sequestrati beni per 3,8 milioni di euro tra società, ditte individuali, fabbricati, terreni, autoveicoli e motoveicoli. Sono stati oltre 200 i militari impegnati nell’esecuzione delle misure cautelari scaturite a seguito di un’attività investigativa partita nel 2020. Era in Calabria, tra Cassano allo Ionio e Corigliano Rossano, lo snodo strategico dell’importazione di ingenti quantitativi di droga provenienti da diverse direttrici: la cocaina dal Sudamerica, l’eroina, molto richiesta sul mercato, che arrivava dall’est Europa attraverso la rotta dei Balcani e l’hascisc dal Marocco. Un circuito in grado di garantire enormi guadagni ricostruito attraverso attività di indagine tradizionale e intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, condotte sia in Italia che in Germania grazie alle quali si è anche riusciti a decifrare un sistema di comunicazione criptato. “Un’indagine importante -ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri – che si è avvalsa del supporto di Eurojust, Europol e Interpol”. Tra le persone arrestate c’è Nikolaos Liarakos, di 47 anni, latitante da sette anni, catturato in Germania. L’uomo, di origini greche, si era reso protagonista, nell’ottobre del 2016, di una rocambolesca evasione dal carcere di Rebibbia.
Droga e armi, 25 arresti tra Italia ed Europa
Vasta operazione del Comando provinciale di Catanzaro della Guardia di finanza per l’esecuzione sul territorio nazionale ed in alcuni Paesi europei di 25 misure cautelari a carico di altrettante persone accusate di avere fatto parte di un’organizzazione criminale che avrebbe gestito un traffico internazionale di armi e droga. L”operazione, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è stata eseguita, in particolare, in Germania ed in Belgio, con la collaborazione delle forze di polizia dei due Paesi, dello Scico e con il supporto di Europol. Nell’ambito dell’operazione sono state arrestate 25 persone ed è stato anche eseguito un sequestro di beni per un valore di 3,8 milioni di euro. L’operazione contro il traffico internazionale di armi e droga condotta dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, con il coordinamento della Dda del capoluogo calabrese, ha preso le mosse da un’attività investigativa partita dal 2020 sotto l’egida della Squadra Investigativa Comune (Sic) costituita da Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gico della Finanza e le Forze di polizia di Germania (Polizeipräsidium di Francoforte sul Meno) e Belgio (Polizia Giudiziaria Federale di Liegi), di Eurojust e con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa) e dell’Ufficio Europeo di Polizia (Europol). Disarticolata un’associazione dedita al traffico di sostanza stupefacente, con base operativa tra Cassano allo Jonio, Corigliano Calabro e la Sibaritide, in provincia di Cosenza, con diramazioni in Germania, dedita all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina, eroina e hascisc. Gli arresti sono stati eseguiti in Calabria, Germania e Spagna con l’impiego di oltre 200 finanzieri e l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego, unità cinofile antidroga e componente aerea della Guardia di Finanza. In Belgio l’autorità giudiziaria ha disposto l’arresto di 9 persone. Utilizzate dagli investigatori attività di indagine di tipo tradizionale e intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, sia in Italia che in Germania. Decifrati sistemi di comunicazione criptata utilizzati dagli indagati. Fondamentali si sono rivelati gli strumenti della cooperazione internazionale sviluppata attraverso la rappresentanza Italiana ad Eurojust e la collaborazione tra le autorità giudiziarie e le forze di polizia dei vari paesi dell’Unione. Contestualmente è stato disposto il sequestro di società, ditte individuali, fabbricati, terreni, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi e alle attività svolte da alcuni degli indagati. Emersa anche la struttura e il modus operandi di un’altra associazione radicata a Corigliano- Rossano e finalizzata al traffico, sul territorio, di sostanze stupefacente, in particolare del tipo marijuana e hascisc.
Gratteri: “Indagine importante sull’asse Calabria-Germania”
“Un’indagine importante che si è avvalsa del supporto di Eurojust, Europol e Interpol. Una collaborazione a me molto cara è quella con la Direzione centrale servizi antidroga, un organismo che ha sede a Roma e consente di rapportarci con gli altri organismi tra i quali le forze di polizia di Germania e Belgio”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nella conferenza stampa in Perocura, a Catanzaro, per illustrare gli esiti dell’operazione “Gentleman2” che ha portato all’arresto di 25 persone dei quali 4 in Germania e gli altri in Calabria, nel territorio della Sibaritide. I calabresi finiti nella rete di Dda e Guardia di finanza appartengono a due gruppi criminali, uno composto da 12 e l’altro da otto componenti. Tutti gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, reati in materia di armi e reati in materia di stupefacenti. Di “holding criminale” del narcotraffico, in grado di fornire eroina, cocaina e hascisc con fonti di approvvigionamento in Marocco, Albania e Sud America, ha parlato il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante dello Scico della Guardia di finanza. All’interno dell’organizzazione spiccano anche soggetti di nazionalità albanese che, ha spiegato il generale Cecere, “hanno fatto un salto di qualità con proprie filiali e uomini di stanza in Messico, in contatto diretto con i cartelli sudamericani”. Altro dato emerso è la richiesta di armi. “Non solo armi da guerra ma anche armi lunghe e corte -ha detto Cecere- e questo dovrebbe farci riflettere. Perché -si è chiesto- rifornirsi di armi in un periodo di pax mafiosa?”.