Aumenta al Tar il contenzioso in tema di sanità ed ambiente

Aumenta al Tar il contenzioso in tema di sanità ed ambiente

Nel 2020 si è registrato un aumento del contenzioso in materia di sanità e di ambiente, mentre è stato stabile il contenzioso in materia edilizia. E quanto emerge dalla relazione del presidente del Tar Calabria, Giancarlo Pennetti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021. Con riferimento all’ambiente, il cui contenzioso nel 2020 – si legge nella relazione – “ha registrato una crescita, sia pure contenuta”, si rileva che “il giudice amministrativo è sempre più spesso chiamato a valutare la legittimità delle scelte amministrative, tanto da poter apparire all’esterno come l’organo chiamato ad assumere la decisione finale, laddove invece come è noto la giustizia amministrativa ha il solo compito di valutazione della legittimità degli atti e dei provvedimenti adottati. Il bilanciamento tra i vari interessi spetta invece innanzitutto agli organi rappresentativi democraticamente eletti, cui competono le scelte strategiche”.

“È evidente – prosegue il presidente del Tar Calabria – che una corretta gestione dell’ambiente presuppone un equilibrato assetto ordinamentale che parta da chiare scelte programmatiche per giungere poi ai concreti atti di realizzazione di quelle scelte. In assenza di tutto questo punto di vista il rischio che si corre è quello della emergenza ambientale permanente”.

Per il presidente del Tar, inoltre, “anche nel settore della sanità, mai così protagonista come durante la pandemia ancora in corso, si è registrato un aumento del contenzioso. Nel 2020 sono stati presentati 80 ricorsi a fronte dei 60 incardinati nel 2019. In tale ambito, sono numerosi i ricorsi volti ad avversare i provvedimenti di fissazione dei tetti di spesa delle strutture private accreditate con il sistema sanitario regionale. Nel 2020 sono stati presentati 80 ricorsi a fronte dei 60 incardinati nel 2019. In tale ambito, sono numerosi i ricorsi volti ad avversare i provvedimenti di fissazione dei tetti di spesa delle strutture private accreditate con il sistema sanitario regionale. L’indirizzo ormai consolidato della seconda sezione di questo Tribunale è nel senso di dichiarare inammissibili le impugnative proposte dopo la conclusione, con le competenti aziende sanitarie provinciali, dei contratti per la regolamentazione delle prestazioni mediche, questi ultimi contenendo apposita clausola di rinuncia alle impugnazioni (cosiddetta ‘clausola di salvaguardia’)”.

Invece, prosegue la relazione, “il contenzioso in materia edilizia ha  un andamento stabile, con 161 ricorsi registrati nell’anno 2020, la maggior parte promossi contro ordinanze di demolizione di immobili abusivi. Al di là delle peculiarità dei singoli casi, va segnalato un aspetto di serialità nel rigetto delle censure basate sull’asserita lesione del legittimo affidamento dei privati al mantenimento delle opere abusive. Meritano menzione – è scritto poi nella relazione del presidente del Tar – le numerose impugnative presentate avverso le ordinanze di sgombero adottate dal Comune di Stalettì in relazione a immobili edificati tra il tracciato ferroviario della linea Taranto-Reggio Calabria e la spiaggia di Panaja Caminia, le quali hanno condotto a circa 50 sentenze di rigetto nel corso dell’anno”.

Il presidente del Tar, invece, segnala “un sensibile decremento” del contenzioso in materia di immigrazione “registrandosi 17 ricorsi proposti nel 2020 a fronte dei 109 ricorsi presentati nel 2019. È assai probabile che la deflazione sia connessa all’epidemia da Covid-19, che ha segnato una contingente riduzione del fenomeno migratorio”. Inoltre, quanto ai ricorsi di ottemperanza al giudicato, va segnalato – è riportato – “il dato di 492 ricorsi nuovi presentati nel 2020, in diminuzione rispetto ai 600 del 2019”. Un passaggio della relazione del presidente del Tar riguarda infine anche i ricorsi in materia di interdittive antimafia: nel corso del 2020 sono pervenuti 43 ricorsi, legati ad appalti, concessioni demaniali revocate a seguito dell’interdittiva o svolgimento di attività economiche, sospese appunto dall’emanazione del provvedimento prefettizio, mentre le sentenze pubblicate in materia sono state 17.

 

 

 

 

 

 

 

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