Sulla crisi Lactalis fronte comune di Calabria e Toscana
Gli assessori alle politiche del lavoro di Calabria e Toscana, Giusi Princi e Alessandra Nardini si sono fatti promotori di una lettera congiunta indirizzata al Ministero dello Sviluppo economico per chiedere l’urgente costituzione di un tavolo nazionale sulla situazione di grave crisi aziendale e la conseguente chiusura delle attività produttive del gruppo multinazionale francese Lactalis, noto leader mondiale nel mercato dei prodotti lattiero caseari. “Dialogo, confronto, sinergia con le parti sindacali e la parte politica, in modo trasversale, con un obiettivo comune: rivendicare gli interessi dei lavoratori, sostenere i loro diritti. Questo -afferma la vice presidente Princi- è lo spirito con cui, d’intesa con il presidente Occhiuto, si sta lavorando con la Regione Toscana”. “È tristemente nota, purtroppo -riporta un comunicato della Regione Calabria- la situazione di grave crisi aziendale e la conseguente chiusura delle attività produttive del gruppo multinazionale francese Lactalis, noto leader mondiale nel mercato dei prodotti lattiero caseari, che da un lato sta interessando la nostra regione e, nello specifico lo stabilimento di Reggio Calabria, da 30 anni punto d’eccellenza della città per la produzione di mozzarella a denominazione stg (specialità territoriale garantita), dall’altro coinvolge la Toscana con due stabilimenti, siti rispettivamente in Ponte Buggianese (Pistoia) e Cinigiano (Grosseto) che, insieme alla realtà calabrese, coinvolgono complessivamente circa 160 lavoratori e lavoratrici oltre le centinaia di operatori dell’indotto economico legati alla filiera del latte. Per tale stato di drammatica attualità nel panorama delle crisi aziendali delle Regioni Calabria e Toscana, i rispettivi assessorati alle Politiche del lavoro, rappresentati da Giusi Princi e da Alessandra Nardini, si sono fatti promotori di una lettera congiunta indirizzata al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) per chiedere l’urgente costituzione di un tavolo nazionale che dia risposte costruttive e risolutive alle attese di centinaia di lavoratori e lavoratrici coinvolti e delle rispettive famiglie, anche al fine di arginare ogni effetto negativo di impatto sociale e di ricaduta sugli assetti delle filiere agroalimentari dei settori economici coinvolti”.