Suicidi, proteste e aggressioni: nelle carceri italiane è vera emergenza

Suicidi, proteste e aggressioni: nelle carceri italiane è vera emergenza

I suicidi, saliti dai 28 dello scorso anno a 43 nel 2024. Ma anche le aggressioni alla polizia penitenziaria (881 contro 688), le manifestazioni di protesta collettive (599 contro 440), i ferimenti (286 contro 264) e le colluttazioni (2.203 contro 2.055). Sono i numeri – tutti in su – che fotografano una crescente condizione di disagio delle carceri italiane, dove il sovraffollamento ha raggiunto un picco del 130,59%, con 61.468 detenuti a fronte di 47.067 posti regolarmente disponibili. I Garanti delle persone private della libertà annunciano una mobilitazione per domani, sollecitano “risposte urgenti” dal governo. Mentre dall’opposizione si affaccia la richiesta di un indulto. I 4 suicidi nel fine settimana hanno riportato sotto i riflettori la questione carceraria, che però è da tempo incandescente. I detenuti condannati in via definitiva sono 41.498. Circa 16mila sono quelli in attesa di giudizio definitivo. In 13.326 hanno da scontare un residuo di pena inferiore ai due anni. L’indice di sovraffollamento maggiore si riscontra nei carceri pugliesi (149,07%). seguiti da quelli lombardi (144,95%) e friulani (144,63%). I detenuti stranieri sono 19.270 (il 31,35% del totale). La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà ricordano che “sono passati ormai tre mesi dall’appello in cui il presidente della Repubblica invitava la classe politica del nostro Paese ad adottare con urgenza misure immediate” per allentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane, causato principalmente dal sovraffollamento, dalla carenza del personale e dall’inefficienza dell’assistenza sanitaria intramuraria. Domani i Garanti manifesteranno dunque in tutta Italia per chiedere “risposte immediate, urgenti e concrete”. Sul piede di guerra anche l’opposizione. Le dem Lia Quartapelle e Marianna Madia hanno firmato la proposta di legge per l’indulto di Roberto Giachetti (Iv). Per il compagno di partito Walter Verini “la questione carceri è una emergenza nazionale. Il governo è muto. È necessario invece agire da subito intervenendo sul sovraffollamento, lavorando sulle misure alternative al carcere per le pene brevi e mettere in campo il più in fretta possibile quei provvedimenti, già all’attenzione del Parlamento, che hanno funzionato bene durante la pandemia, come la scarcerazione anticipata per chi è a fine pena”. Su posizioni analoghe Raffaele Nevi (FI). “Nei prossimi giorni – annuncia il deputato – Forza Italia avvierà una mobilitazione: tutti i parlamentari si recheranno in ogni carcere del territorio italiano per avviare un’inchiesta sullo stato delle carceri. Non possiamo permetterci che ci sia questa condizione carceraria, in un paese civile come il nostro, che vuole guidare il gruppo dei paesi più civili d’Europa e del mondo”. Francesco Zaffini (FdI) non ci sta. “La sinistra – spiega – specula e denuncia prospettando la sua solita ‘soluzione’ il ‘liberi tutti’, quindi con amnistia e con l’indulto”. Ma, sottolinea, “la via da percorrere è quella della responsabilizzazione, assumendo e sostenendo la polizia penitenziaria come il governo ha fatto in questi anni per aumentarne il numero e investire per migliorare la sicurezza degli istituti e le condizioni di vivibilità, nonché l’adeguamento funzionale, progetti su cui il governo Meloni ha stanziato166 milioni di euro”. (ANSA).

 

 

 

 

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