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Sud, Nicolò (Fi): “Calabria resta fanalino di coda”

Sud, Nicolò (Fi): “Calabria resta fanalino di coda”

REGGIO CALABRIA. “Anche quest’anno il rapporto Svimez continua a certificare, dati inconfutabili alla mano, che siamo purtroppo tra le regioni più povere d’Italia, nelle quali il rischio-miseria è triplo rispetto al resto del Paese e che nel Sud l’incidenza dell’indigenza assoluta cresce maggiormente nelle periferie delle aree metropolitane. E non basta. Si attesta drammaticamente che la Calabria nel settore agricolo ha vissuto un’annata particolarmente negativa (-8,9%) e persistono aumenti di diseguaglianze tali da far emergere una povertà che deprime la ripresa dei consumi, e, in questo contesto, le politiche deleterie di austerità, peraltro implementate dal Governo centrale, hanno determinato il deterioramento delle capacità del welfare pubblico a controbilanciare le crescenti disparità indotte dal mercato, in presenza di un welfare privato del tutto insufficiente al Meridione”. È quanto afferma in una nota ,il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, che aggiunge: “Nella sua ultima rilevazione la Svimez lancia un preoccupante allarme rosso per la disoccupazione giovanile al Sud e in particolare in Calabria, fanalino di coda d’Italia e d’Europa, dove le politiche nazionali e regionali in merito, anche in virtù dei recenti licenziamenti di portuali e di aeroportuali, certificano il fallimento del sistema lavoro nella nostra regione. Ma non solo. A complicare la drammatica situazione al Sud vi è una severa contrazione della spesa pubblica in conto capitale che nel 2016 ha toccato il punto più basso della sua serie storica, appena 13 miliardi spesi, pari solo allo 0,8% del Pil. In Calabria, dunque – osserva Nicolò – i fondi non vengono spesi e restituiamo somme cospicue di denaro all’Europa per l’inerzia della Giunta regionale che non riesce a progettare e programmare una azione significativa di rilancio dei comparti produttivi ed economici. Si riscontrano inoltre – aggiunge – solo i proclami e gli annunci del Partito democratico per i ‘Patti per il Sud’, il decreto ‘Torno al Sud’, le Zes e la ‘Industria 4.0’ che sono policy rimaste esclusivamente sulla carta, senza incidere significativamente sull’economia meridionale che necessita, invece, di una strategia mirata a rivedere le politiche di austerità per il rilancio degli investimenti pubblici”. Per Nicolò “non precipitiamo ancora più in basso nel comparto agricolo, finendo classificati nel Terzo mondo, solo grazie ai nostri agricoltori che rappresentano con i loro risultati una luce, pur deboli per l’annata sfavorevole, nel buio pesto economico-sociale calabrese. Nessuno si aspettava certo miracoli, dall’ultimo rapporto Svimez, con un governo regionale che non ha avuto finora soluzioni pronte e rimedi più appropriati alle tante problematiche che affliggono la Calabria. “Serve un vero scatto di reni, che però neppure minimamente s’intravede – conclude Nicolò – un’assunzione straordinaria di responsabilità, che vada finalmente oltre gli annunci, a disancorare il Sud, e in particolare la Calabria, da una spirale in cui si rincorrono bassi salari, bassa produttività – il prodotto per addetto è calato cumulativamente nel periodo 2008-2016 del -6% nel Mezzogiorno, del -4,6% nel resto del Paese – bassa competitività, ridotta accumulazione e in definitiva minor benessere. Vi è il rischio concreto di recuperare i livelli pre crisi solo fra 10 anni rispetto alle regioni del Centro-Nord, con conseguenze devastanti per l’economia dell’intero Meridione”.

 

 

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