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Sud, Confindustria Reggio: “Provincia allo stremo”

Sud, Confindustria Reggio: “Provincia allo stremo”

REGGIO CALABRIA. “L’economia reggina continua a rimanere ferma al palo e non sembrano intravedersi segnali in controtendenza nell’immediato. Lo scenario, che ci preoccupa fortemente, è delineato in modo inequivocabile dai dati generali sull’economia del sud del Paese, nei quali emerge su tutti i fronti che il nostro territorio segna il passo e non riesce a intercettare la ripresa”. È quanto afferma il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, in relazione alle recenti rilevazioni econometriche sul Mezzogiorno diffuse da Svimez per il 2015 in cui si evidenzia, fra le altre cose, la conferma della Calabria quale regione più povera d’Italia con un Pil pro capite pari a 15.807 euro. “Mentre nel resto del Paese – sottolinea il presidente degli Industriali reggini – è in atto una risalita più o meno regolare e stabile, nella nostra provincia la situazione generale dell’occupazione e delle imprese è ancora contrassegnata dalla recessione e sul versante dei consumi i dati segnalano una pericolosa spirale deflattiva. Né si rilevano nel nostro territorio gli effetti positivi, specie in termini di fiducia, generate dall’immissione di nuova liquidità nel sistema finanziario ed economico attraverso le misure straordinarie predisposte dalla Banca centrale europea con lo strumento del ‘quantitative easing’”. Secondo Cuzzocrea servono azioni immediate sostegno dell’economia locale e delle imprese “per arginare – prosegue il presidente di Confindustria Reggio – le conseguenze di una crisi che in questa provincia, diversamente da quanto accade nel resto del Paese, sta ancora imperversando in tutta la sua virulenza. Occorrono misure per rilanciare gli investimenti e dare nuova linfa ai livelli occupazionali. Siamo fermamente convinti – rileva Cuzzocrea – della necessità di imprimere una robusta accelerazione su un fronte, quello delle opere pubbliche, in grado di migliorare la vivibilità di una realtà urbana che si appresta a diventare Città metropolitana e, al tempo stesso, di ridare nuovo ossigeno al tessuto produttivo reggino”. Di grande interesse è inoltre il richiamo del rapporto Svimez sulla competitività del sistema portuale italiano “laddove ribadisce a chiare lettere – sottolinea Cuzzocrea – la necessità, che oggi è divenuta ormai urgenza, di introdurre una Zona economica speciale anche nel porto di Gioia Tauro quale leva strategica per la ripresa dello sviluppo nel Mezzogiorno. Un intervento che, non ci stancheremo di ripetere, contribuirebbe in modo rilevante a colmare il gap sul fronte della competitività che oggi impedisce allo scalo reggino di fare da traino all’intera economia calabrese e, più in generale, a quella del Sud. Ora che anche Svimez certifica l’opportunità di sviluppo rappresentata dalla Zes – mette in rilievo Cuzzocrea – riteniamo che non debbano esistere più freni al percorso, che segna il passo da due anni e che recentemente è stato riavviato dal Consiglio regionale, per la sua istituzione su cui auspichiamo fortemente che si crei finalmente una visione politica unitaria e pragmatica. In tal senso, chiediamo che questa volta, a differenza del passato, non si commetta nuovamente l’errore di avvolgere in una nebulosa l’iter per l’approvazione della Zes. Il progetto di legge d’iniziativa regionale quando sarà esaminato dalle competenti commissioni parlamentari? E quando verrà audito il presidente della Regione Oliverio? Non vorremmo che il Parlamento, complici quei rappresentanti di territori e forze che si oppongono alla crescita di Gioia Tauro, si trasformasse ancora una volta in una palude”.

 

 

 

 

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