Soriero scrive a Calenda e Oliverio: “Sulla Camera di Commercio di Catanzaro si faccia subito chiarezza”
Sulla complicata vicenda della Camera di Commercio di Catanzaro, con il braccio di ferro in atto tra rappresentanti delle forze produttive (che vorrebbero procedere alla elezione del nuovo presidente) da una parte, e Mise e Regione Calabria (che hanno imposto l’alt) dall’altra, interviene l’on. Pino Soriero, presidente dell’associazione “Il campo” con una lettera inviata al ministro Calenda e al Presidente della Regione Calabria, Oliverio. “Il nostro appello -scrive Soriero- è rivolto a tutti i responsabili delle istituzioni e delle forze produttive affinchè l’ente camerale sia posto al riparo da ogni forzatura su decisioni che potrebbero essere esposte ad evidenti contestazioni formali e a preoccupanti contenziosi legali. Chi ha veramente a cuore le prospettive di sviluppo della città capoluogo -aggiunge Soriero- ha dunque il dovere di pretendere un chiarimento preliminare sulla validità della riunione tenuta martedì¬ scorso e sulla convocazione della riunione annunciata per lunedì 4 dicembre. Il Ministero competente ha inviato una diffida e la Regione un atto di revoca, sottolineando il valore dell’accorpamento degli enti provinciali. Questi atti formali pervenuti attraverso posta certificata -si chiede Soriero- sono stati tempestivamente protocollati? Sono stati poi ufficialmente notificati a tutti i partecipanti alla riunione? Si è chiarito in tempo il carattere formale di tali diffide e revoche? O si è lasciato procedere l’assemblea sulla base di interpretazioni soggettive? Hanno ragione -sottolinea il presidente dell’associazione Il Campo- i rappresentanti della Cgil e dei sindacati: il Ministero, la Regione e la Camera di Commercio hanno il dovere ‘di attivarsi rapidamente per verificare la validità di tutti gli atti e pronunciarsi formalmente e ufficialmente’. Le istituzioni nazionali e regionali intervengano e chiariscano subito! Il nostro appello -conclude Soriero- chiede anche alle forze produttive di contribuire a tutelare il prestigio del Capoluogo a volte troppo risucchiato nelle angustie di tattiche interne e nella rincorsa ad accordi tra ristretti gruppi di potere che, in passato, hanno impoverito la funzione e il prestigio della città di Catanzaro”.