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Siclari (FI): “In Calabria si può morire ancora di parto”

Siclari (FI): “In Calabria si può morire ancora di parto”

“La morte per emorragia di una giovane donna che è deceduta dopo aver partorito il proprio figlio all’ospedale di Cetraro riapre prepotentemente il dibattito sull’emergenza sanitaria in Calabria. Come ho già detto in aula, con il Decreto Calabria il Governo si rende complice e responsabile dei casi di ingiusta sanità perché non ha previsto un euro per le strutture, non ha sbloccato le assunzione e non ha migliorato minimamente la situazione disastrosa della sanità in Calabria”. Lo afferma il senatore di Forza Italia Marco Siclari. “Se è vero che sulla vicenda dovrà indagare la Procura della Repubblica per accertare l’esatta dinamica dei fatti – aggiunge – è anche vero che dalle prime notizie stampa sembrerebbero emergere circostanze inquietanti: pare che nella sala operatoria, mentre la giovane spirava, non c’era nessun chirurgo ad assisterla; da qualche settimana all’ospedale di Cetraro non si può operare più in regime di emergenza e urgenza, nonostante si tratti di  un presidio ospedaliero che ospita un punto nascita con circa 600 parti all’anno; l’ospedale di Cetraro non può contare nemmeno su un centro trasfusionale, che si trova invece all’ospedale di Paola, dove si è deciso di incentrare il polo chirurgico. Nelle diverse province della Calabria e soprattutto a Reggio Calabria non abbiamo punti nascita a sufficienza per coprire il fabbisogno”.

Secondo Siclari “in Calabria mancano 1410 medici, 2800 infermieri, manca il personale tecnico radiologico e soprattutto nel periodo feriale estivo ovviamente la situazione peggiora a scapito dell’assistenza sanitaria e della salute dei cittadini. Il Governo ha quindi sostanzialmente voluto mantenere questo stato di emergenza sanitaria in Calabria rendendosi complice di quanto di grave sta accadendo ai pazienti nelle strutture sanitarie calabresi. Occorrerebbe prendere atto che la strategia messa in campo è assolutamente inefficace in quanto la misura normativa adottata anziché rendere più immediata e migliore l’assistenza sanitaria, ha ulteriormente ingessato le procedure buocratico-amministrative. Non è possibile che nel 2019 quello che dovrebbe essere il giorno più bello per una famiglia – conclude l’esponente di FI – si trasformi in una tragedia, per questo chiedo al ministro se sia a conoscenza di tale situazione e come la intenda procedere”.

 

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