Seminario “Dieta, salute e longevità: restrizione calorica, quale opzione terapeutica?” il 26 maggio nella Sala Convegni di Palazzo Lucchetta (sede Ordine dei Medici- Cosenza)

Si svolgerà il 26 maggio nella sala convegni di Palazzo Lucchetta, sede dell’Ordine dei Medici di Cosenza, il Seminario “Dieta, salute e longevità: restrizione calorica, quale opzione terapeutica?”
Il seminario, promosso dall’Università di Tor Vergata con la partecipazione dell’Unical, è la tappa numero sei, di un tour che approda a Cosenza – dopo Roma, Napoli, Chieti, Catania e Maratea – e mira a fare luce sui diversi aspetti della restrizione calorica per il suo utilizzo nella nutrizione clinica.
La restrizione calorica, infatti, serve non solo a ridurre il peso corporeo (che rappresenta il primo obiettivo per cui è stata proposta) ma sembra anche rallentare l’invecchiamento cellulare in quanto agisce su una serie di processi o di molecole ad esso associati.
Diversi trial clinici hanno dimostrato che la restrizione calorica abbia allungato la vita fino al 30%. Ma la quasi totalità degli esperimenti che prevedono un taglio delle calorie quotidiane di almeno un terzo rispetto al normale è stata condotta negli ultimi decenni sugli animali da laboratorio. Trovare un regime alimentare altrettanto efficace che vada bene anche per gli uomini è l’ultima sfida per i biologi dell’invecchiamento.
Il Prof. Antonino De Lorenzo, Ordinario di Scienza dell’Alimentazione Università degli Studi di Roma Tor Vergata spiegherà come sia possibile adattare ai nostri gusti e alla nostra società una dieta nata nei laboratori e studiata per agire sui gruppi di geni che accelerano o decelerano i processi di invecchiamento.
Il Biologo Ennio Avolio, Patologo Clinico e ricercatore presso il Dipartimento DiBEST dell’Unical sottolineerà con quali meccanismi si innesta la spirale che collega obesità e cervello. “Il grasso libera sostanze – anticipa Ennio Avolio, che sul tema interverrà al Seminario presieduto dal Prof. De Lorenzo – e molte di queste arrivano al cervello. Fino a qualche anno fa, si riteneva che quello adiposo fosse solo un tessuto di riserva su cui contare in condizione di riduzione calorica. In concreto, alcune sostanze come la leptina danno segnali di sazietà, altre come le citochine provocano una neuroinfiammazione che, a sua volta, può generare disturbi cognitivi e del comportamento”.
La partecipazione senza attestato ed ECM è aperta a tutti.