Pd, la candidatura di Minniti “agita” le acque in Calabria

Pd, la candidatura di Minniti “agita” le acque in Calabria

CATANZARO. La decisione di Marco Minniti di candidarsi alla segreteria nazionale del Pd sta alimentando il dibattito interno al partito in Calabria, regione della quale l’ex ministro dell’Interno è originario. Tra i democrat calabresi è già partita la corsa ai posizionamenti congressuali, posizionamenti che, peraltro, alla fine, ricalcheranno in buona parte le dinamiche nazionali: al momento, comunque, in pochi, tra i big del Pd calabrese, hanno ufficialmente espresso una chiara indicazione per l’uno o l’altro dei candidati alla segreteria nazionale del partito. Peraltro, secondo gli addetti ai lavori, un primo quadro degli schieramenti si sta già delineando in queste ore. A fianco di Minniti, prevedibilmente, si posizionerà in Calabria l’area renziana guidata dal senatore Ernesto Magorno: a sostenere Minniti ci saranno, tra gli altri, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, uno dei firmatari del primo appello in favore della candidatura alla guida del Pd nazionale dell’ex titolare del Viminale, il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, il consigliere regionale Domenico Battaglia, il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, e anche il parlamentare Antonio Viscomi potrebbe appoggiare l’ex ministro dell’Interno. Per quanto riguarda altre adesioni alla candidatura di Minniti, gli analisti ritengono che si potrà capire qualcosa in più nel prossimo fine settimana, quando l’ex ministro presenterà il suo libro “Sicurezza è Libertà” anche in Calabria. Invece, con uno degli altri candidati alla segreteria nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, dovrebbero schierarsi i democrat che, in Calabria, sono i punti di riferimento dell’area dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando, come il consigliere regionale Carlo Guccione, e dell’area dell’ex ministro della Cultura, Dario Franceschini, come il consigliere regionale Domenico Bevacqua: con il governatore laziale potrebbe, inoltre, schierarsi anche la parlamentare Enza Bruno Bossio. Sono molti i dirigenti del Pd calabrese che aspettano la definitiva composizione della lista dei candidati alla segreteria nazionale prima di uscire allo scoperto: non è un mistero infatti che l’eventuale discesa in campo di Maurizio Martina possa rimettere in discussione assetti ritenuti già delineati. C’è, inoltre, molta attesa per le mosse dell’area che fa riferimento al governatore Mario Oliverio, che ieri ha fatto una riflessione sulla stagione congressuale del Pd, auspicando “una nuova stagione positiva”, ma non ha ancora ufficialmente manifestato il sostegno ad alcun candidato alla segreteria nazionale. In Calabria, infine, bisogna tenere presente che la preparazione del congresso nazionale del Pd si incrocerà inevitabilmente con quella del congresso regionale: le primarie calabresi sono previste il 16 dicembre, ma è probabile, peraltro, un rinvio della scelta del segretario regionale del partito agli inizi del 2019. Tra gli “endorsement” per Minniti, quello di Giacomo Mancini, nipote dell’omonimo segretario nazionale del Psi, in passato parlamentare del centro-sinistra, tornato in area Pd dopo una parentesi come assessore regionale al bilancio della Giunta di centro-destra guidata da Giuseppe Scopelliti. “Sono contento – dice – che Marco Minniti abbia deciso di correre per la carica di segretario del Pd. Avrà anche il mio convinto sostegno. Minniti è una personalità a tutto tondo della sinistra. Ha il merito di essersi speso per la collaborazione tra le diverse storie del riformismo italiano. E gli riconosco – continua Mancini – la coerenza di aver saputo tenere aperto il dialogo anche nei tempi di più accesa contrapposizione”. Con Minniti in campo, dice Mancini, “insieme alle amiche e agli amici vicino alle mie posizione, profonderò ogni sforzo perché al suo fianco possano schierarsi anche quanti vantano una storia socialista e riformista. Ad iniziare dalla Calabria – dice – terra che ha l’opportunità di esprimere nuovamente dopo mezzo secolo il segretario di un grande partito riformista”.

 

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