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Sedicente mago in manette a Reggio, è accusato di truffa, omicidio e violenza sessuale

Sedicente mago in manette a Reggio, è accusato di truffa, omicidio e violenza sessuale

Avrebbe raggirato un disabile mentale spingendolo a sospendere una cura farmacologica e a rifiutare un intervento, cosa che lo ha portato al decesso. Con l’accusa di omicidio colposo e di morte come conseguenza di altro delitto, i carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria hanno arrestato il “mago” Davide De Simone, di 40 anni. Nei suoi confronti il gip di Palmi Barbara Borelli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta del procuratore facente funzioni Giuseppe Casciaro e del sostituto Giorgio Panucci. La morte dell’invalido, per il giudice, “è in rapporto di causalità diretta con l’operato del ‘mago’ che, certamente consapevole dello stato di deficienza psichica della vittima, ha scelleratamente e subdolamente alimentato le sue credenze sul soprannaturale”. Il santone è indagato anche per truffa aggravata, violenza sessuale, circonvenzione di incapace, detenzione abusiva di armi e ricettazione. Per quest’ultimo reato è finita ai domiciliari anche la moglie di De Simone V.G. di 37 anni. Di origini siciliane, in Calabria il “mago” arrestato esercitava nella città dello Stretto e a Gioia Tauro. L’inchiesta è iniziata nel gennaio 2019 quando i carabinieri sono intervenuti all’interno di un ufficio postale a Reggio, allertati da una segnalazione giunta al 112 da parte del direttore della filiale preoccupato per l’atteggiamento di un avventore e di una donna. Si trattava di De Simone e della moglie i quali, a seguito di una perquisizione personale e domiciliare, sono stati trovati in possesso di vari monili in oro, due cartucce per armi da fuoco e una cospicua somma di denaro. Secondo gli inquirenti, i due sono una coppia di abili truffatori in cerca di poveri malcapitati a cui promettere la ‘miracolosa’ risoluzione di problemi sentimentali o di salute in cambio di soldi. Stando all’indagine, infatti, le sue vittime erano convinte di essere colpite da negatività o sfortune. Facendo leva su una delle tradizioni popolari più radicate, con amuleti e talismani portafortuna venduti a peso d’oro, il mago procedeva all’incantesimo con la promessa di sconfiggere il “maligno”. Per il gip, Davide De Simone era “un vero e proprio professionista dell’inganno, pronto ad approfittare dei momenti di defaillance e delle debolezze delle persone, dando false speranze in cambio di denaro”. Oltre a farsi consegnare soldi dai malcapitati clienti, nell’ambito dell’inchiesta è emerso che il fantomatico mago ha abusato sessualmente di tre donne. Le violenze avvenivano nello studio di Gioia Tauro dove De Simone avrebbe abusato anche di una donna sotto cura farmacologica che aveva già tentato il suicidio. Assieme alla morte dell’invalido è l’episodio più raccapricciante dell’inchiesta. Nell’ordinanza di arresto, in cui il giudice ha sottolineato la “spiccata personalità criminale” dell’indagato, che “alle vittime di sesso femminile in uno stato di maggiore fragilità e depressione, e pertanto più vulnerabili, egli ha riservato il trattamento più crudele, perché proteso non solo più al denaro, ma alla violazione dell’intimità sessuale”.

 

 

 

 

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