Scomparsa del calabrese Antonio Gerace a Vigevano, il commosso ricordo dello zio Ezio Francesco: “Era un Gigante Buono. Un maestro amato e il consigliere di tutti”
Ha scritto alle nostre redazioni di RTC e Giornale di Calabria Ezio Francesco Garganese, zio di Antonio Gerace, sindacalista calabrese ma residente a Vigevano, scomparso a 51 anni da poche settimane per un malore mentre si allenava in palestra. Garganese ha inviato questo commosso ricordo del nipote, peraltro atleta molto prestante e forte dal punto di vista fisico (praticava kick boxing) ma dal grande cuore, così come viene ricordato da tutti coloro che lo hanno conosciuto che lo definivano una sorta di gigante buono. Gerace, crotonese, come detto è stato sindacalista ma anche uomo di sport, figura dinamica e poliedrica, perfettamente inseritasi nella realtà vigevanese nella quale viveva da tempo:
“Tu che eri il più forte e anche il più buono, il più umile, l’amico, il maestro e consigliere di tutti, colui che in questi ultimi tempi si affidava alla preghiera, a Dio. L’ho vista finalmente la tua palestra dove piano piano ti sei fatto da solo con grandi sacrifici e sei diventato uomo non solo di sport. Mi son fatto coraggio e ci sono entrato dentro quella palestra ad osservare quel ring. Mentre qualcuno mi accompagna e mi parla quasi con devozione di te, vedo le tua foto in alto che circondano il ring e ovunque c’è la tua presenza, c’è tanto che parla di te, ci sei ovunque tu sorridente e vittorioso con quel fisico da gigante e con quelle braccia verso il cielo e il tuo benedetto e maledetto ring dove hai finito di vivere per sempre.
È un film vero adesso questo caro Antonio, un film tragico che ci hai costretto a vivere e che nessuno di noi mai avrebbe voluto vedere e mai se la sarebbe immaginata una fine cosi tragica da non riuscire a poterci nemmeno pensare che sia vero, come dice la mamma, la moglie molto giovane e anche io che non ci posso credere ancora. Antonio è morto come muoiono i veri campioni, nel posto dove ha vissuto i suoi momenti di gloria e anche le sconfitte, dove già da piccolo ha imparato a vincere e anche a perdere e questo lo aveva imparato proprio bene il Gigante Buono di Vigevano, anche nella vita di tutti i giorni fra la gente, con gli amici, con i colleghi, con la donna che ha amato, che lo ha visto morire come ne muoiono tanti così……., senza potergli dare una mano.
Claudio, uno dei suoi compagni di palestra, un fratello come lui stesso si definisce e anche un discepolo di Antonio perchè ha imparato da lui le tecniche MMA, che ho conosciuto sempre lì in quella palestra, mi raccontava proprio questo di Antonio, che quasi esorcizzava, disconosceva volutamente la sofferenza e questo genere di momenti cercando di rimandare sempre a dopo quello che avrebbe dovuto fare presto, subito per un affaticamento fisico che spesso in questi ultimi tempi lo costringeva spesso a fermarsi.
Per me come per tutti Antonio è stato realmente soprattutto un grande campione di serenità, di bontà, di altruismo, di fede e di grande umanità, un insegnamento. Un buono più buono di quanto pensassi, che mi lascia un ricordo stupendo che mai me lo farà dimenticare per quello che è stato non solo come atleta, ma soprattutto come uomo e come nipote. Almeno questo mi conforta e mi fa sperare di vivere all’insegna del suo pensiero, della sua bontà infinita che deve continuare in me e in tutti quelli che lo han conosciuto. Arrivederci Gigante Buono”.