Sanità, in calabria mancano oltre 2000 medici
I primi cinquanta medici cubani, chiamati dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sono arrivati ieri, ma la sanità calabrese resta in sofferenza: mancano all’appello oltre 2.400 professionisti, per cui dall’isola dei Caribo potrebero arrivarne altri 450. A colmare il vuoto di operatori non si riesce a sopperire con i concorsi. Come denunciato più volte dallo stesso Occhiuto, vanno deserti. Nessun medico intenderebbe affrontare i disagi e le carenze di un sistema schiaccciato da un deficit quantificato in oltre un miliardo. Il Governatore-commissario, quindi, ha più volte spiegato che il ricorso agli stranieri si è reso necessario per impedire il blocco dell’assistenza ospedaliera, tanto più mentre l’emergenza Covid continua a tenere il sistema sotto pressione. Del resto, anche molte guardie mediche hanno chiuso i battenti proprio per la carenza di camici bianchi.
Occhiuto, il cui ruolo di commissario del settore è stato prorogato nel novembre scorso per sei mesi dal consiglio dei ministri, ha firmato con una società statale di Cuba l’accordo che consentirà l’arrivo di 497 professionisti dal paese dei caraibi. Da 13 anni la sanità calabrese è sottoposta alle regole di un piano di rientro e da 12 al commissariamento che finora non hanno prodotto il risanamento. Difficoltà evidenziate dal presidente nel decreto che nell’agosto scorso ha suggellato l’accordo con la società “Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos S.A. (Csmc S.A.)”.
“In Calabria – si legge nel decreto – la carenza di personale medico, determinatasi a causa del blocco del turn over conseguente al piano di rientro dal debito sanitario, i ritardi registratisi nelle procedure di reclutamento e la scarsa partecipazione di candidati alle anzidette procedure, impongono una nuova valutazione sull’assetto degli organici ed un intervento immediato di potenziamento delle strutture nelle aree più critiche, e – prosegue il decreto – da una ricognizione dei fabbisogni di personale delle Aziende del Ssr è emerso uno scostamento significativo tra il fabbisogno teorico di personale rilevato dalle Aziende e le unità in servizio”.
L’ultimo tavolo di verifica interministeriale ha registrato passi in avanti nella gestione contabile con la guida Occhiuto, anche se l’avanzo riscontrato, pari a oltre 26 milioni, sarebbe dovuto solo a un maggiore finanziamento che la Calabria ha ottenuto nel 2021. La società Csmc S.A., controllata dallo Stato cubano, ha già affiancato altre regioni italiane nella fase più acuta del Covid 19. Nell’accordo, che prevede l’arrivo in Calabria di un massimo di 497 medici, a scaglioni e “all’occorrenza”, si dispone che i professionisti contrattualizzati operino “in termini funzionali alle direttive dei responsabili delle strutture degli enti sanitari ospitanti, impegnandosi a svolgere le loro attività sulla base degli standard, protocolli e regolamenti applicabili sul territorio della Repubblica Italiana”.
La Csmc si impegna a “garantire che gli operatori sanitari cubani abbiano le capacità professionali e l’esperienza adeguata e necessaria per l’esercizio delle attività sanitarie per le quali risultano titolari di apposita specializzazione”. A sua volta la Regione si impegna a “informare gli operatori sanitari cubani dei protocolli degli standard terapeutici utilizzati presso la Regione Calabria e le aziende del servizio sanitario regionale di assegnazione e impartire loro un corso di perfezionamento linguistico, medicina legale e organizzazione”.
Per ogni medico, secondo lo schema di accordo, la Regione Calabria “corrisponderà a Csmc un corrispettivo mensile onnicomprensivo pari a 3.500 euro”. Il compenso sarà erogato a cadenza trimestrale e a ciascun operatore sanitario l’importo forfettario netto mensile di 1.200 euro, a copertura delle spese di mantenimento”. La Regione si fa carico dei costi di viaggio Italia-Cuba (due andata/ritorno all’anno) e delle spese di alloggio, nonché dei costi per la formazione integrativa. Per ciascun medico il governo regionale calabrese prevede un budget di 4.700 euro al netto delle spese di alloggio. Se si dovesse arrivare a utilizzare effettivamente tutti i 497 medici cubani, l’esborso sarebbe di oltre 2,3 milioni di euro al mese e circa 28 milioni all’anno.
L’accordo ha scatenato nei mesi scorsi aspre polemiche: se la maggioranza di centro-destra parla di “strumento di successo” per sopperire alla necessità di reclutare nell’immediato addetti ai servizi sanitari, il centrosinistra e gli ordini dei medici denunciano la “delegittimazione” degli operatori calabresi e il costo eccessivo dell’operazione. Ma ormai la marcia è cominciata. Dal 2 gennaio, in attesa di prendere servizio, i professionisti giunti da Cuba frequenteranno l’Università della Calabria per seguire corsi d’italiano.