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Sanità, le proposte di “Calabria condivisa”

Sanità, le proposte di “Calabria condivisa”

 

“Contributo di analisi e proposte per la sanità in Calabria”: si tratta di un documento sostenuto da “Calabria condivisa”, rete apartitica di associazioni, imprese, professioniste e professionisti formata per mettere in piedi idee progettuali con spirito di partecipazione civica e per stimolare le istituzioni nel segno del confronto costruttivo. In quest’ambito si inquadra il documento sulla sanità curato dall’avvocato Ernesto Mancini, già direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera-universitaria di Verona, con alle spalle diverse esperienze da dirigente in altri enti del Servizio sanitario nazionale, con incarichi di docenza per università e altri enti, pubblici e privati, ed oggi presidente onorario dell’associazione “Prosalus Palmi”.

Sullo sfondo costante delle proposte, l’idea di una sanità da riformare secondo scelte condivise con le cittadinanze: “Occorre attivare con urgenza adeguati strumenti di partecipazione, cioè strumenti di relazione permanente tra Regione, Aziende e Cittadini”, è scritto nel documento consultabile sul sito web di “Calabria condivisa” alla sezione “Progetti in corso”. “In tal modo – si specifica rispetto al ruolo dei cittadini – questi ultimi, attraverso le associazioni e le altre formazioni civiche di cui fanno parte, potranno intervenire con funzione consultiva e di controllo sociale, ma anche di impulso, nei processi di elaborazione dei piani e dei programmi socio-sanitari e nella fase di attuazione degli stessi”. “Va chiarito – prosegue nella sua relazione Mancini – che la partecipazione non si configura come “graziosa concessione” dell’Amministrazione in quanto è prevista e resa obbligatoria dalla stessa legge 833/78 di riforma sanitaria”.

Gli obiettivi di riforma. Alla richiesta di una partecipazione allargata alle scelte della sanità si aggiungono altre proposte in termini di obiettivi fondamentali. “È chiaro – si legge nel documento – che vanno compiuti i piani di rientro dai disavanzi, vanno assicurati i livelli essenziali di assistenza, non devono più tollerarsi scandalose inerzie e ritardi per la costruzione e l’attivazione dei nuovi ospedali né per l’ammodernamento di quelli strategici già esistenti”. Inoltre, “vanno realizzati i presìdi della medicina territoriali” e “vanno riadeguate le risorse umane professionali e quelle materiali”.

Responsabilità chiare. Si sollecita, inoltre, l’individuazione di responsabilità chiare rispetto all’esecuzione dei programmi: “Occorre individuare per ognuno di tali atti programmatori il ‘responsabile unico dell’esecuzione’ o ‘team leader’ dei gruppi di lavoro aziendali o interaziendali. Troppe volte i risultati non si raggiungono proprio a causa della mancata chiarezza e la non individuazione di chi deve in concreto provvedere a risponderne”.

 

 

 

 

 

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