Sanità, Gallo: “Fronteggiare la carenza di medici impiegando neolaureati

“Negli ospedali mancano medici. In Calabria la situazione già oggi è precaria, ma da qui al 2025 rischia di portare alla chiusura dei nosocomi superstiti per carenza di personale”. La denuncia arriva dal consigliere regionale Gianluca Gallo, che già nei mesi scorsi aveva lanciato la proposta di utilizzare in corsia i medici dell’Esercito. «Speravo – dice oggi il capogruppo della Cdl – che quella provocazione potesse servire ad aprire un dibattito sull’argomento. Invece, non essendo questione di poltrone e strapuntini, è stata lasciata cadere nel nulla insieme all’intera problematica». Che però continua ad esistere ed anzi va assumendo contorni sempre più devastanti. «I medici dipendenti del servizio sanitario nazionale – osserva Gallo – oggi vanno in quiescenza intorno ai 65 anni di età. Nel 2018 è iniziata l’uscita dal sistema dei nati nel 1953. Nel triennio 2019-2021, che interesserà secondo le regole “Fornero” essenzialmente i nati dal 1954 al 1956, sono previste uscite tra 6.000 e 7.000 medici l’anno. Con la Quota 100, sempre tra il 2019 e il 2021, stanno già lasciando i nati fino all’anno 1957, mentre quelli nati nel 1958 e 1959 raggiungeranno i 62 anni tra il 2020 e il 2021. Pertanto, nel triennio considerato, l’anticipo potrebbe interessare altri 18.000 medici, per un totale di 38.0000 possibili pensionamenti». Una marea che non risparmierà la Calabria. Le cifre fornite dal sindacato medico Anaao Assomed non lasciano dubbi. Nella nostra regione – spiega – è previsto un ammanco di 1410 medici. Le carenze principali riguarderanno la medicina d’urgenza, con 245 medici; l’anestesia e rianimazione, con 63; la ginecologia con 51 medici; la chirurgia generale, con 90; la pediatria, con 150, e la psichiatria, con 90».
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