Donna morta a Cosenza, denuncia del Codacons: errata valutazione del triage

COSENZA. Il Codacons della Calabria ha annunciato di avere formalizzato una denuncia in relazione alla morte di una donna avvenuta nell’ospedale di Cosenza. “Abbiamo ricevuto segnalazione – afferma Francesco Di Lieto, vice presidente nazionale del Codacons – che sabato 4 maggio una donna è stata condotta al pronto soccorso di Cosenza, lamentando un dolore al petto. Immediatamente le viene assegnato il codice verde. Si tratterebbe, secondo la prima valutazione, di banalissimi di dolori intercostali e viene invitata ad accomodarsi in sala d’attesa non necessitando di interventi urgenti. Solo dopo molte ore ci si rende conto dei valori alterati degli enzimi cardiaci. Viene, quindi, inviata all’attenzione dei cardiologi i quali decidono di intervenire chirurgicamente. Purtroppo nonostante la riuscita dell’intervento, insorgono delle complicazioni, fino a condurre la povera donna alla morte. Se nel pronto soccorso ci si fosse resi conto che si trattava di un ‘codice rosso’, stante il probabile infarto in atto, magari una persona sarebbe ancora viva. Invece le è stato assegnato un ‘codice verde’ – sostiene Di Lieto – che ha rappresentato una condanna a morte”. Dall’episodio prendono le mosse le critiche rivolte dal Codacons all’organizzazione del “triage”, “un nome che sembra fatto apposta per creare confusione. Ma che ci vuole a scrivere ‘accettazione’ o ‘accoglienza’”. “La polemica – prosegue Di Lieto – non vuole certo offendere la professionalità degli infermieri, anzi. Perché con questo sistema, gli infermieri sono gli unici a pagare in caso di assegnazione errata. Si tratta di un ruolo in cui le competenze devono essere massime. Per il Codacons la scelta di stabilire le priorità di interventi deve avere chiari profili di responsabilità e non nascondere squallidi tentativi di risparmiare. Chiediamo al ministro Grillo di ridurre gli stipendi ai manager della sanità calabrese – conclude Di Lieto – per assumere dei giovani medici a cui assegnare il compito, fondamentale, di valutare le priorità dei pazienti che accedono al pronto soccorso”.
Precisazione dell’Ordine degli Infermieri: “No ad accuse. Disponibili per fare chiarezza”
COSENZA. “L’Ordine delle professioni infermieristiche di Cosenza manifesta tutta la sua vicinanza e il suo cordoglio per il decesso della paziente ricoverata dopo l’accesso al pronto soccorso, ma non può accettare accuse verso i suoi professionisti che per legge e intese Stato-Regioni sono incaricati del triage”. É quanto si afferma in una nota diffusa dall’Ordine. “La magistratura – si aggiunge – accerterà in fretta, ce lo auguriamo, le responsabilità del caso e l’accaduto, ma non è accettabile che venga messa in discussione la professionalità degli infermieri, tra l’altro basata su una rigida e seria preparazione che non lascia davvero al caso scelte delicate come quelle da eseguire al pronto soccorso. Il nostro Ordine, come tutti gli Ordini degli infermieri, è disponibile a dare la sua massima collaborazione perché si faccia chiarezza sulla vicenda e vengano accertate le responsabilità. Sappiamo tutti le condizioni di difficoltà per molti servizi sanitari regionali anche nel rispettare l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. E siamo coscienti che la nostra regione è tra quelle più colpite da questo fenomeno e dalla carenza grave di organici, infermieri in testa. Ma i nostri professionisti ogni giorno garantiscono comunque qualità e sicurezza al sistema, per tutelare la salute dei cittadini e rispondere ai loro bisogni e ci stupisce che ancora oggi si possano lanciare allarmi quantomeno infondati, ledendo gravemente la fiducia e l’immagine che gli assistiti hanno della nostra professione. Gli infermieri sono incaricati del triage a livello internazionale e svolgono questo compito ogni giorno con assoluta competenza e secondo regole e protocolli che non lasciano davvero al caso e all’improvvisazione personale scelte tanto delicate. I cittadini possono essere tranquilli che il nostro primo obiettivo è la loro salute e che la professionalità degli infermieri è assolutamente in grado di tutelarla e assicurarla. Non si deve creare una immagine falsa e distorta della realtà in cui le persone si rivolgono con fiducia agli infermieri. D’altra parte la responsabilità dei nostri professionisti è anche riconosciuta a livello giurisprudenziale dalle numerose sentenze della Cassazione che pongono l’infermiere su un piano di assoluta collaborazione rispetto alle professioni sanitarie tutte”. “Resteremo vigili – conclude l’Ordine delle professioni infermieristiche di Cosenza – e seguiremo gli sviluppi del caso affinché la verità prevalga e venga fatta chiarezza al più presto”