Salario minimo, Sbarra (Cisl): “No a definizione per legge. Serve partecipazione gestionale, così tutti ci guadagnano”

Salario minimo, Sbarra (Cisl): “No a definizione per legge. Serve partecipazione gestionale, così tutti ci guadagnano”

“La nostra proposta di legge presenta 4 grandi aree: partecipazione gestionale, economica-finanziaria, organizzativa, consultiva. La partecipazione oggi incrocia tutte le grandi sfide che il paese ha davanti. Con la partecipazione tutti ci guadagnano: lavoratori, imprese, territorio”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ospite della prima puntata di ‘Pani e Pesci, l’economia del Vangelo’ in onda su Tv2000 sabato 7 ottobre ore 15.15. Il dibattito sul salario minimo anima la politica e divide il mondo sindacale. La Cisl è contraria all’ipotesi della definizione per legge di una soglia minima oraria per le retribuzioni dei dipendenti. Nell’intervista Sbarra spiega le ragioni e la controproposta.

“La nostra preoccupazione sull’indicazione di una cifra nella legge – ribadisce Sbarra – nasce da possibili rischi: un’esplosione del lavoro nero e del sommerso, nei settori caratterizzati da economia povera, una contrazione verso il basso delle retribuzioni medie e anche la possibilità che molte aziende decidano di uscire dalla applicazione dei contratti. Ecco perché pensiamo che indicare una cifra fissa per legge altro non è che ingessare, indebolire, condizionare il ruolo delle parti sociali e lo sviluppo ulteriore della contrattazione collettiva. La vera urgenza – sottolinea Sbarra a Tv2000 – oggi è rinnovare i contratti alla scadenza non è un caso se la povertà retributiva la registriamo in 4-5 contratti che non riusciamo a rinnovare da 8-10-12 anni. Creiamo le condizioni perché la contrattazione collettiva venga assicurata alle lavoratrici e ai lavoratori”.
“Noi dobbiamo aprire in questo Paese – conclude il segretario generale della Cisl a Tv2000 – una fase di rigenerazione del rapporto fra capitale e lavoro, fra impresa e lavoratore tanto più possibile partecipativa, con scelte condivise. Ecco perché i tempi sono maturi per applicare l’art.46 della nostra Costituzione che assicura il diritto alle persone di collaborare, di condividere gli indirizzi, le gestioni gli utili delle proprie aziende”.

 

 

 

 

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