Rischio sismico, Ance: “Superare logiche emergenza”
REGGIO CALABRIA. Adeguare gli edifici in cemento armato alle nuove norme sismiche. È questo il tema sviluppato nel seminario tecnico organizzato da Ance Reggio Calabria con l’ordine degli Ingegneri di Reggio Calabria, nel salone degli industriali della sede reggina di Confindustria. Nel corso dell’iniziativa, liberi professionisti, esperti del settore e tecnici dell’azienda “Tecnaria” hanno affrontato diversi aspetti del tema, illustrando le opportunità offerte dal decreto “Sisma Bonus” e le innovative pratiche di intervento sul rinforzo degli edifici in cemento armato e dei solai. Ad aprire i lavori, il presidente di Ance Reggio Calabria Francesco Siclari e il segretario dell’ordine degli Ingegneri Domenico Condelli. “Abbiamo accettato subito l’invito dell’azienda Tecnaria, con la quale ho collaborato in passato, perché – ha spiegato Siclari – si tratta di un tema molto importante soprattutto nel nostro territorio dove il rischio sismico è estremamente elevato. Il governo nazionale si è dimostrato sensibile su questo argomento. La normativa emanata attraverso il “Sisma bonus” permetterà al pubblico e al privato di usufruire di un rilevante beneficio per mettere in sicurezza gli edifici. È finito il tempo nel quale si rincorreva l’emergenza. Adesso – ha aggiunto il presidente dei costruttori reggini – si è capito che è necessario programmare e, quindi, portare avanti un’opera di autentica prevenzione. Il rinforzo antisismico per noi aziende è fonte di lavoro, ma allo stesso tempo – ha proseguito Siclari – rappresenta un importante passo in avanti verso la sicurezza dei cittadini. Non c’è più spazio per il “fai da te”. Bisogna applicare le nuove tecnologie e da questo punto di vista è importante innovarsi ed essere preparati”. La corretta applicazione del Sisma bonus per le ristrutturazioni edilizie è stato l’argomento al centro della relazione dell’ingegnere Fabio Guidolin, collaboratore dell’ufficio tecnico, ricerca e sviluppo della “Tecnaria”. Con il decreto, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha previsto infatti un fondo dall’ammontare di 965 milioni di euro suddiviso in sette anni. Guidolin ha evidenziato i passaggi per l’accesso a questo strumento normativo utile a finanziare standard di sicurezza maggiori rispetto a quelli attuali. Come mostrato dal tecnico, infatti, il parco edilizio italiano è vetusto: secondo i dati Istat, il 25% circa degli edifici sono stati costruiti lo scorso secolo, tra il ‘41 e il ‘71, mentre un altro 29% risale al periodo compreso tra il ‘75 e il 1990. Alla luce di queste statistiche, quindi, emerge che circa 23 milioni di immobili (circa l’80%) sono stati realizzati prima del 1984 e solo il 5% degli edifici è stato costruito dopo il 2001. Inoltre, un quarto degli edifici realizzati prima del 2001 (circa 6 milioni) versa in mediocre e pessimo stato. Sono dati allarmanti, considerando che il 44% del territorio nazionale, dove insiste il 36% dei comuni italiani (21,5 milioni di persone), è classificato come zona 1 o 2, cioè a sismicità alta o medio-alta. Nel corso del seminario gli ingegneri Antonio Trimboli ed Enrico Nespolo (responsabile dell’ufficio tecnico, ricerca e sviluppo della “Tecnaria”) si sono poi soffermati sulle nuove tecniche di intervento per mettere in sicurezza gli edifici e migliorarne il comportamento strutturale.