Rischio idrogeologico, Sergio: “Mai discussa pdl sui corsi d’acqua”

“Come mai non è stata ancora approvata e nemmeno discussa la proposta di legge “Norme urgenti in materia di gestione e manutenzione dei corsi d’acqua finalizzate alla mitigazione del rischio idrogeologico”? Lo chiede il consigliere regionale Franco Sergio, presidente della Prima Commissione del Consiglio, ricordando di averla presentata con un collega consigliere nell’ottobre 2015, comunicata in aula il 10 novembre 2015: La proposta è stata poi assegnata alla 4a Commissione per l’esame di merito ed alla 2a per il parere. Il disegno di legge prevede, ricorda ancora Sergio, “la predisposizione di interventi di manutenzione del reticolo idrografico e delle opere su esso presenti ai fini di prevenire situazioni di pericolo e rischio idraulico, contemplando rispetto dell’ambiente fluviale, processi di dinamica dei sedimenti, sviluppo controllato della vegetazione, funzione di corridoio ecologico del corso d’acqua, anche ai sensi del D.lgs. aprile 2006, n. 152”. Sergio segnala “la necessità di interventi non episodici ma coordinati, scaglionati nel tempo e legati da interdipendenza fra tutte le amministrazioni statali, regionali e locali coinvolte sui pericoli, di un’evidenza lampante e sempre attuali, dei rischi di esondazione, frane e vere e proprie alluvioni. Infatti, come purtroppo si è palesemente dimostrato in occasione dei recenti eventi che hanno interessato nel Cosentino le zone di Thurio e Ministalla – spiega – nel comprensorio di Corigliano-Rossano e non solo, la scarsa o nulla azione manutentiva fluviale è stata ed è, negli ultimi decenni, una delle principali cause dei danni alluvionali sul territorio. In Aula, giovedì, manifestando vicinanza ai calabresi colpiti, ho espresso rammarico per la palese mancanza di attenzione circa fenomeni ormai ciclici (basti pensare all’innalzamento del Crati, divenuto strutturale e dunque foriero di futuri disastri al prossimo temporale)”. “Tale situazione – spiega – è ancora più evidente sul reticolo idrografico minore, dove il regime torrentizio, tipico dell’idrologia calabrese, può facilitare l’alternarsi di processi di sovralluvionamento e relativo consolidamento per attecchimento di una rigogliosa vegetazione, erosione delle sponde e dell’alveo stesso”. Sergio conclude chiarendo che “oltre ad intervenire subito – predisponendo misure di prevenzione a lunga scadenza, come chiesto anche da organismi quali ColDiretti, Uci e Consorzio Bonifica Trebisacce – per i danni materiali provocati (come le migliaia di capi bestiame perduti) e quelli che si rischiano, sia sul versante della protezione delle vite che dei comparti economici minacciati, bisogna predisporre contributi per i settori ed i territori colpiti, attuando procedure amministrative “meno bibliche” per il risarcimento dei danni. La proposta di legge 82 può essere uno strumento utile quale fulcro per un’azione tempestiva in tal senso. Non attendiamo il prossimo disastro”.