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Riforma penale, Gratteri: “In Italia conviene ancora delinquere”

“In Parlamento non ci sono maggioranze forti per fare delle modifiche forti. Una volta superato il problema etico e morale, in Italia è ancora conveniente delinquere. Fino a quando non ci sarà questa volontà non saranno fatte rivoluzioni copernicane”: è l’opinione del procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, a proposito della riforma del processo penale. “Le modifiche normative che riguardano l’ordinamento devono puntare a far funzionare i tribunali e le procure”, continua il magistrato simbolo della lotta alla ‘Ndrangheta ospite a Passignano sul Trasimeno (Perugia) della manifestazione culturale ‘L’isola del libro’. “Se io fossi legislatore andrei all’origine, al motivo per cui i fascicoli stanno dieci anni chiusi in procura e su quali sono i rimedi e perchè ciò non avvenga”, ha spiegato, “tutti i problemi vanno visti sempre a monte, mai a valle. Altrimenti è sempre un rattoppare, un rincorrere qualcosa”. Affermazioni che hanno suscitato la reazione del sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, anche lui ospite dell’evento, che ha difeso l’operato del governo. “Tutto ciò che questo parlamento poteva fare lo ha fatto – ha detto – credo che si faccia un passo avanti. Per la prima volta la riforma tocca un tema delicato come le intercettazioni, dove affronta la necessità di non indebolire l’attività investigativa e rinunciare al diritto di cronaca”. Gratteri, che ha aperto la manifestazione dedicata alla lettura che avrà luogo sul lago Trasimeno per tutta l’estate, ha toccato molti temi legati al sistema della giustizia in Italia, compreso quello delle carceri. “In Italia sono soltanto contenitori – ha affermato – dai quali si esce facilmente e che servono poco. Se il detenuto passa ore davanti al televisore l’obiettivo della rieducazione si allontana”. L’idea, allora, è quella di “introdurre il lavoro obbligatorio per i detenuti come terapia necessaria alla sua rieducazione”. Altro tema affronto è stato quello della pervasività delle mafie, in particolare della ‘Ndrangheta, nelle attività economiche, non solo al sud Italia. “Nessun territorio è più immune – ha detto Gratteri – la ‘Ndrangheta è presente in tutta Italia, in cinque continenti, laddove c’è denaro e potere. È interessata anche a latifondi e terreni, che servono per giustificare i soldi che arrivano a fiumi dai traffici illeciti, principalmente quelli di cocaina”. L’attenzione, secondo Bocci, parlamentare umbro, non deve essere abbassata in nessuna regione: “Con il terremoto sono arrivati molti soldi. Non dimentichiamo l’esempio dell’Emilia Romagna, dove le infiltrazioni mafiose si sono intensificate proprio negli anni del sisma”.

 

 

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