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Ricordata a Reggio Calabria la strage del Brefotrofio

Ricordata a Reggio Calabria la strage del Brefotrofio

Reggio Calabria ha ricordato la tragedia del bombardamento dell’antico Brefotrofio di via Cuzzocrea. L’edificio che oggi ospita il Palazzo della Cultura della Città Metropolitana è stato il teatro di uno dei più efferati crimini commessi durante la seconda guerra mondiale. Una bomba infatti, nel terribile maggio del 1943, cadde proprio su quella struttura, trucidando ben trentatré neonati insieme alle loro balie ed educatori. In quello stesso edificio, ad ottanta anni esatti da quei tragici eventi, tra le opere d’arte delle collezioni ospitate dal Palazzo della Cultura, si è tenuta l’iniziativa dal titolo “Cultura di Pace”, promossa dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria in collaborazione con l’Associazione venticinqueaprile Ampa e con l’Istituto Tecnico “Panella-Vallauri”, anch’esso danneggiato durante il bombardamento. Una rievocazione, attualizzata anche alla luce dell’odierna situazione di instabilità internazionale, con l’aggressione della Russia nei confronti del popolo ucraino, alla quale hanno preso parte i rappresentanti della Città Metropolitana, presenti il Sindaco facente funzioni Carmelo Versace, il Delegato alla Cultura Filippo Quartuccio e la responsabile del Palazzo Anna Maria Franco, insieme al Presidente dell’Associazione “venticinqueaprile Ampa” Sandro Vitale, alla Dirigente Scolastica Teresa Marino, allo storico Francesco Arillotta, Presidente dell’Associazione Amici del Museo, ed al Presidente della Fondazione Museo San Paolo Raffaele Cananzi. “Un momento molto toccante -ha commentato il Sindaco facente funzioni Carmelo Versace a margine dell’iniziativa- per un confronto con i nostri ragazzi per consentirci di riportare nel contesto attuale il senso dei tragici fatti del maggio 1943”. “Il 21 maggio del 1943 -ha poi spiegato il Consigliere delegato alla Cultura Filippo Quartuccio- una bomba sganciata su Reggio Calabria distrusse questo edificio, che allora ospitava decine di bambini, tutti purtroppo dispersi sotto le macerie insieme ad alcune suore che li accudivano”.

 

 

 

 

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