Riapertura scuole, proteste per carenze strutturali nella primaria di Portosalvo a Vibo

Riapertura scuole, proteste per carenze strutturali nella primaria di Portosalvo a Vibo

Sono 262.614, in Calabria, gli studenti che hanno rimesso piede in aula, ieri mattina, alla riapertura dell’anno scolastico, nelle 14.720 classi in cui sono distribuiti. I bambini iscritti nelle scuole dell’infanzia statali – secondo quanto si apprende dall’Uffiscio scolastico regionale – sono 36.478, mentre sono 78.566 gli allievi delle scuole primarie divisi in 4.890 classi. Gli studenti della media di primo grado sono 51.455, mentre quelli della secondaria di secondo grado sono 96.115 distribuiti in 5.040 classi. E’ stato un inizio particolare, oltre che per la fine della didattica a distanza imposta dalla pandemia, per la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nell’Istituto Nautico di Pizzo Calabro dove ha avuto luogo la cerimonia ufficiale per l’inizio del nuovo anno. Primo giorno di scuola, dunque, e prime proteste a causa delle carenze strutturali registrate in alcuni plessi della regione. A  Portosalvo, frazione costiera del comune di Vibo Valentia, numerosi  genitori degli alunni della scuola dell’infanzia e primaria si sono ritrovati con dei gazebo e delle tende nel cortile dell’edificio scolastico. L’istituto è chiuso per inagibilità del tetto dopo lavori per oltre centomila euro che pare non siano serviti a risolvere il problema. I genitori, per protesta, non hanno portato i loro figli a scuola, attesa anche l’assenza dei banchi, con la sola presenza di tende ancorate nel giardino della scuola e con solo le sedie. Uno solo il bagno disponibile, invece, del vicino oratorio, per oltre cento bambini. La protesta, in particolare, è stata rivolta contro la decisione assunta dalla dirigente scolastica Maria Salvia ed il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, di allestire le tende-gazebo per i primi giorni di scuola, in attesa di trovare un’altra soluzione. Diverse decine di genitori hanno protestato anche a  Fuscaldo, davanti ai cancelli chiusi dell’Istituto comprensivo di contrada Scarcelli. I genitori dei circa sessanta alunni della scuola hanno raccontato che, senza alcuna comunicazione ufficiale, la dirigente scolastica ha optato per un trasferimento dei ragazzi al plesso della Marina di Fuscaldo, nonostante l’edificio di Scarcelli sia stato ristrutturato e pronto ad accogliere gli studenti. La campanella, sempre in provincia di Cosenza, non è suonata nemmeno per gli allievi dell”Istituto “Severino” di Morano Calabro. In questo caso la mancata riapertura, slittata dal 7 ottobre prossimo, è motivata da lavori ancora in corso. Il differimento è stato disposto dal sindaco della cittadina Nicolò De Bartolo, sentita la dirigente scolastica, il Consiglio d’Istituto e una rappresentanza dei genitori. “Il temporaneo disagio, per il quale si porgono sincere scuse – è scritto nella pagina facebook del Comune – sarà compensato da un servizio più efficiente e funzionale, svolto in una struttura moderna, accogliente e in linea con gli standard educativi del momento”. Cittadini in piazza anche a Grotteria, nel Reggino. Accompagnati dal sindaco, i genitori degli studenti si sono radunati nel centro del paese della Locride per denunciare la mancata riapertura della locale scuola media. Questo, è stato denunciato, costringe i ragazzi a trasferte mattutine di diversi chilometri con conseguenti disagi dovuti alla carenza di collegamenti adeguati. ed è iniziato con la didattica a distanza il nuovo anno scolastico per gli studenti dell’Istituto tecnico industriale “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro. La decisione ha suscitato la presa di posizione dei sindacati, i quali sottolineano che il nuovo decreto n. 111 del 6 agosto 2021 prevede che la didattica a distanza “possa essere attuata esclusivamente nel caso in cui ci si trovi in zona arancione o rossa e in presenza di focolai e, inoltre, attuata come deroga a quella in presenza e disposta in singole istituzioni scolastiche, o in quelle presenti in specifiche aree territoriali, con provvedimenti dei Presidenti delle Regioni, e dei sindaci”.
“Il dirigente scolastico – afferma il segretario generale della Flc-Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Alfonso Marcuzzo – sostiene di dover attuare questa scelta avendo per tempo segnalato la carenza di aule alle autorità competenti; avrebbe dovuto, invece, accogliere le iscrizioni in base alla capienza (come previsto dalla circolare 20651 del 12 novembre 2021 art 2 comma 3), o comunque solo dopo avere avuto certezza di ottenere altre aule”. Al contrario, rileva il sindacalista, “l’amministrazione provinciale sostiene di essersi mossa per tempo in modo da trovare “un locale adiacente alla struttura” limitando quindi la soluzione e, considerando che le iscrizioni sono scadute nel mese di gennaio 2021, sarebbe interessate capire le tempistiche ma, soprattutto capire quando il dirigente scolastico abbia avuto certezza che non si sarebbero ottenute le classi in modo da avvisare le famiglie e “dirottarle” in altri istituti. Invece – fa rilevare – la soluzione che stanno cercando è quella di smantellare laboratori e palestre per dare spazio ad altre classi (anche pollaio) a discapito della didattica”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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