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Intimidazioni ad amministratori: Calabria al quarto posto in Italia

Intimidazioni ad amministratori: Calabria al quarto posto in Italia

Sono stati 42 – con 31 comuni complessivamente interessati dai fenomeni di matrice criminale – gli atti intimidatori registrati in Calabria nel 2022. Lo rileva un report di Avviso Pubblico, enti locali e regioni contro mafie e corruzione, che colloca la regione al quarto posto nella classifica nazionale dopo la Sicilia, al vertice, la Campania e la Puglia. “Benché la Calabria abbia fatto registrare negli ultimi anni un numero di casi censiti in progressiva diminuzione -è detto nel documento dell’associazione presentato ieri a Roma- colpisce la gravità delle tipologie di intimidazione utilizzate: incendi, aggressioni e invio di proiettili sono tra le più utilizzate”. Nel mirino delle organizzazioni criminali, però, anche ditte e aziende chiamate a svolgere lavori sui territori, in particolare nel Cosentino e nel Vibonese. Emerge, inoltre, secondo l’analisi di Avviso Pubblico, una stretta correlazione tra atti intimidatori ed enti locali sciolti per mafia: dei 31 Comuni colpiti da minacce, aggressioni e intimidazioni nel 2022, ben 15 sono stati oggetto di uno o più scioglimenti per infiltrazioni mafiose. Una correlazione emersa anche nel corso del 2021, quando dei 29 Comuni colpiti, 15 erano stati sciolti in passato per mafia, anche più volte. In questo specifico ambito, con i suoi 131 scioglimenti decretati dal 1991 al 30 aprile 2023, la Calabria è la prima regione in Italia davanti a Campania (117) e Sicilia (90) e detiene anche il primato per numero di Enti locali sciolti più di una volta (31). Nel decennio 2013-2022 la Calabria ha subito una media di oltre sei scioglimenti l’anno (63 complessivi nel periodo). Nel report sono segnalati diversi episodi di intimidazione avvenuti in Calabria. “A Platì nel mese di gennaio – è scritto in una nota – è stato incendiato il portone del Municipio. A San Giorgio Morgeto viene bruciata nella notte l’auto di servizio della Polizia municipale. Stessa sorte a San Luca per l’auto di proprietà dell’assessore comunale all’Urbanistica Francesco Cosmo. Dalle carte dell’inchiesta Nuova Linea, sono emerse le reiterate minacce perpetrate dalla ‘ndrangheta nei confronti del comandante della Polizia locale di Bagnara, Rosario Bambara. Persone non identificate hanno incendiato l’automobile dell’assessore comunale ai Lavori pubblici di Cassano allo Ionio, Leonardo Sposato, così come la vettura del sindaco di Falconara Albanese Franco Candreva, o quella di Domenico Lacava, capogruppo al consiglio comunale di San Giovanni in Fiore. Nel mese di luglio Francesco Coco, ex sindaco di Roccabernarda, più volte minacciato negli anni passati, viene ricoverato in gravi condizioni a seguito di una violenta aggressione subita nella notte mentre stava rientrando a casa. Due persone, con volto coperto, lo hanno atteso davanti casa mentre stava entrando nel giardino, colpendolo alle spalle con un bastone e causandogli ferite gravi, tanto che i sanitari intervenuti hanno deciso di trasferirlo nel reparto di neurochirurgia a Catanzaro. Alcuni mesi dopo, nello stesso comune, vengono tagliate quindici piante di ulivo di proprietà del sindaco Luigi Foresta. Un mese più tardi il sindaco di Cirò Marina e presidente della Provincia, Sergio Ferrari, finisce sotto scorta. La misura è stata disposta dalle autorità a seguito delle minacce che lo stesso presidente dell’ente intermedio avrebbe ricevuto alcune settimane prima. A Dasà il sindaco Raffaele Scaturchio viene aggredito all’interno del Municipio. Dopo il pestaggio gli aggressori hanno vandalizzato locali e arredi prima di allontanarsi”.

 

 

 

 

 

 

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