Regione condannata a pagare 81 milioni di euro, Abramo: “Se Oliverio mi avesse ascoltato avrebbe evitato questo colpo da ko”

“Se Oliverio mi avesse ascoltate, se solo avesse avuto la bontà di leggere la mia lettera del 30 marzo scorso, la Regione si sarebbe salvata da questo colpo da ko. La condanna al pagamento di 81 milioni di euro alla Fondazione Campanella è probabilmente frutto di ostinazione a non volere perseguire le strade della concretezza. In quella lettera, inviata anche a Scura e ai dirigenti regionali dei dipartimenti della salute e dell’avvocatura, avevo suggerito di chiudere la vertenza con una transazione sulla base di 15 milioni di euro che avrebbe permesso la sopravvivenza della Campanella, ma soprattutto messo al riparo la Regione da sentenze negative, cosa che è puntualmente avvenuta. Non lo dico per polemica, ma se il Governatore e i suoi dirigenti leggessero la corrispondenza e si confrontassero con le parti, eviterebbe alla Regione brutte figure, ma soprattutto pesanti contraccolpi per le casse.
Per comodità, riporto il testo integrale della lettera che ho inviato in data 30 marzo 2015 al presidente Oliverio e al suo vice Ciconte, ma anche al commissario straordinario Scura e ai dirigenti dei settori regionali alla salute, Zito, al bilancio, De Cello, all’avvocatura, Spanti.
“Onorevole Presidente, uno dei nodi centrali della vertenza Fondazione Campanella è la definizione del contenzioso tra la stessa Fondazione e la Regione Calabria, da cui potrebbero scaturire le risorse per salvare in extremis la struttura.
Nello spirito di collaborazione tra Istituzioni e nel riaffermarle il forte interesse della Città Capoluogo a salvaguardare il Polo Oncologico, mi permetto di segnalare alcuni elementi di forte preoccupazione sul piano della legittimità degli atti e delle azioni che si andranno a compiere.
Io penso che la strada della chiusura della Fondazione sia sbagliata ed esporrebbe la Regione Calabria a forti rischi: il liquidatore giudiziale potrebbe chiedere ed ottenere il pagamento di tutte le somme dovute dalla Regione alla Campanella.
Occorre ricordare che nel giudizio, aperto nel 2012 dalla Fondazione, viene chiesto al Tribunale di Catanzaro di condannare la Regione al pagamento della complessiva somma di 170 milioni di euro.
Comprendo la sua prudenza rispetto ad una pratica gestita dalla precedente Amministrazione Regionale, ma è altrettanto vero che un’inerzia rispetto agli impegni solennemente assunti nella Delibera di Giunta regionale n. 395/2014 potrebbe portare la Regione Calabria a soccombere e a pagare cifre nettamente più alte, con evidente danno per l’Ente.
Se è vero che la citata delibera subordina la sottoscrizione della transazione al reperimento delle necessarie risorse finanziarie nel bilancio regionale, è altrettanto vero che nella premessa della stessa delibera la Giunta regionale ammette che “sono insorte diverse vertenze determinate dal mancato adempimento di impegni finanziari assunti formalmente dalla Regione”.
Né si può non tenere conto della lettera con cui l’Avvocatura Regionale il 16 settembre 2012 trasmette alla giunta la bozza di accordo, non senza sottolineare che “il diritto riconoscibile in favore della Fondazione risiederebbe in un’attenta lettura dell’art. 4 dello Statuto, laddove è previsto l’obbligo della Regione di versare alla Fondazione 25 milioni 882mila euro da destinare all’acquisto di strumentazioni”.
L’accordo tra Regione e Fondazione, come si evince dalla lettera di trasmissione firmata dal presidente Falzea del 9 luglio 2012, era stato concordato dal legale della Fondazione, prof. Avv. Valerio Donato, e gli avvocati della regione, Arillotta e Talarico e prevedeva la corresponsione di 29 milioni di euro alla “Campanella”.
Il rischio che la Regione sia soccombente e costretta a pagare cifre ancora più alte di quella pattuita resta molto alto.
Ritengo che un amministratore esperto ed oculato come Lei non voglia e non possa assumersi una responsabilità in prima persona di tale dimensioni.
Mi permetto pertanto di chiederle di avviare al più presto un’istruttoria sulla pratica in questione per avere contezza del debito accumulato dalla Regione nei confronti della Fondazione.
Con questi elementi in mano, nessuno potrà impedirle di chiudere in tempi ristretti una nuova transazione , anche con una cifra inferiore di quella precedentemente pattuita, chiedendo al Consiglio Regionale di stanziare la cifra occorrente nel Bilancio 2015 e, se occorre, rinviarne una parte al bilancio 2016.
Ritengo che nessuna forza politica si tirerà indietro rispetto alla possibilità di salvare la Fondazione, i suoi 245 dipendenti, il destino di centinaia di ammalati.
Solo seguendo questo percorso, a mio modesto avviso, la Regione potrà ottenere due enormi vantaggi: evitare un enorme danno economico e, nello stesso tempo, dare risposte alla crisi di una struttura di enorme importanza per il sistema sanitario calabrese.
Le risorse derivanti dalla transazione potrebbe essere decisive per avviare un serio Piano Industriale che consenta alla Fondazione di continuare a vivere e gestire in forma convenzionata i 35 posti letto e i servizi di assistenza domiciliare integrata.”