L’Antimafia regionale convoca i segretari delle Province
REGGIO CALABRIA. La Commissione contro la ‘ndrangheta del consiglio regionale ha convocato per la prossima seduta del 28 aprile 2017, i segretari generali delle Province calabresi e della Città Metropolitana. A darne notizia è il presidente della Commissione, Arturo Bova che ha firmato la convocazione. Al centro della seduta: le informazioni che i segretari saranno chiamati a dare in merito alle procedure adottate dagli enti relativamente ai lavori pubblici di somma urgenza. “Da tempo – ha commentato Bova – si evidenzia la necessità di trasparenza nell’amministrazione della cosa pubblica. Credo che la Commissione che presiedo abbia quindi il dovere istituzionale e morale di conoscere come operano gli enti intermedi calabresi nella gestione della spesa pubblica, soprattutto in merito ai lavori pubblici. Proprio lì, infatti, troppo spesso si è annidata la corruzione attraverso il sistema della somma urgenza che consente di eludere i controlli sugli appalti aggirando le disposizioni dell’Anac. E’ chiaro che non vogliamo sostituirci a chi ha il compito di indagare e di giudicare su eventuali irregolarità, ma vogliamo contribuire a rafforzare la tanto invocata trasparenza negli enti pubblici”. Nella stessa seduta, sarà poi ascoltato anche Gianclaudio Festa, avvocato e dg reggente dell’Avvocatura regionale. Al centro della sua audizione, voluta dallo stesso Bova, ci saranno le determinazioni assunte dalla Giunta regionale in merito a tutti i processi penali che vedono la Regione Calabria come parte offesa. “Nei mesi scorsi – ha spiegato Bova – la Regione non ha depositato le conclusioni di parte civile in un importante procedimento penale. Allora fu un errore di un avvocato esterno e quindi non imputabile all’Avvocatura regionale, ma credo sarà utile comprendere dal direttore generale reggente – le cui capacità professionali sono più che note – quali siano state le decisioni adottate in merito dalla Giunta e come questa intenda procedere in situazioni analoghe, onde evitare il ripetersi di vicende che già allora non esitai a definire inammissibili. La proposta di legge antindrangheta discussa in Commissione, sottrae alla politica la discrezionalità in ordine alla scelta di costituirsi parte civile nei procedimenti che vedono la Regione parte offesa, non appena sarà approvato il testo di legge, quindi, la costituzione sarà obbligatoria, punto e basta. E’ una battaglia che conduco ormai da quando ho assunto la presidenza della Commissione; non lascerò certo la primogenitura all’opposizione che, sul punto, ha taciuto allorquando la Regione era governata da persone appartenenti allo schieramento politico di centrodestra e che – conclude Bova – hanno riportato condanne gravi e significative”.