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Regionali, Molinari: “Dirigenti Arsac sono mossa elettorale”

Regionali, Molinari: “Dirigenti Arsac sono mossa elettorale”

CATANZARO. “Con la Legge n.66 del 20 dicembre 2012, istitutiva dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (Arsac), sembrava potesse aver fine la lunga agonia dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e i servizi in agricoltura (Arssa) e invece nulla è cambiato, se non in peggio”. Lo afferma, in una nota, il senatore del Movimento 5 Stelle Francesco Molinari. “Lo stillicidio – aggiunge – di un’interminabile liquidazione, il problematico nuovo inquadramento del personale, un’iniziale dotazione finanziaria insufficiente (nelle more della liquidazione) a coprire le mere necessità di sopravvivenza del nuovo ente non danno l’idea dell’importanza che dovrebbe rivestire per l’economia regionale l’Arsac, alla quale sono affidati i compiti di sviluppo del settore dell’agricoltura, nazionale e regionale (di concerto con la normativa dell’Unione Europea), secondo la programmazione regionale del settore, da realizzare con le necessarie azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo nel suo complesso. Non basta parlare al passato della vecchia Arssa e favoleggiare di forme organizzative innovative, basate su canoni di nuova efficienza, per promettere sicuri salti di qualità del settore agricolo. Spesso, quando si parla al passato si vuole ingannare la memoria della gente ed i cittadini calabresi sono stanchi di essere presi in giro”. “Proprio questi ultimi durissimi anni di crisi – prosegue Molinari – dovevano porre le basi per la necessaria valorizzazione ed il sostegno ad un settore fondamentale per la ripresa della Calabria, e si poteva e si doveva ripartire dal patrimonio di esperienze che si sono sedimentate nel tempo nell’azione e nel personale della vecchia Arssa. Ma è più facile vantare cambiamenti che, effettivamente, poi non si vogliono; è più facile tenere sotto il tallone del ricatto centinaia di persone da trattare alla stregua di serbatoio clientelare. In quale ottica diversa si può inquadrare, con la benedizione elettorale di una Giunta regionale moribonda, un atto aziendale che prevede ben 13 nuovi dirigenti ed uffici in danno di altre forme organizzative collaudate e funzionali alle aziende agricole, come gli otto Centri di eccellenza che si vogliono chiudere? È sempre nell’ottica di voler ammodernare il settore agricolo che va probabilmente ascritta la nomina operata dal Direttore generale Antonucci, i cui legami con Trematerra sarebbero assai saldi, di un altro dei ‘figli dì a Direttore tecnico, Luca Laudati. Sembra, secondo fonti ben informate, che l’Antonucci sia socio della ‘I&C Ingegneria e Costruzioni Srl’ con Michele Laudati, il padre del neodirettore tecnico: si sa che in Calabria politica e affari sono cose di famiglia. È la ricetta sempre valida (e la declinazione scopellitiana è solo quella più becera) dell’andare incontro alle aspettative e attese legittime dei calabresi”. “Ecco come si bruciano le speranze – conclude – di un popolo nelle attese preelettorali in scambi di favori, e quante nuove facce camminano sulle gambe di quelle vecchie di partiti impresentabili: ricordatevene quando andrete il 23 prossimo al voto regionale. Ricordatevi dell’unica novità degli ultimi vent’anni in campo politico: non è difficile, ci sono cinque stelle sul suo simbolo”.

 

 

 

 

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