Calabria verso le elezioni regionali tra incognite e certezze

Calabria verso le elezioni regionali tra incognite e certezze

In vista delle prossime elezioni regionali il quadro politico calabrese è ancora un cantiere aperto. Ci sono alcune certezze ma in queste ultime ore sui partiti e sulle coalizioni pesa l’incognita sulla data in cui la Calabria dovrà tornare alle urne per eleggere il presidente della Regione e il Consiglio regionale dopo la fine anticipata dell’undicesima legislatura determinata dalla scomparsa della governatrice Jole Santelli, di Forza Italia, avvenuta lo scorso 15 ottobre.

Al momento, le Regionali sono state indette con decreto dal presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, per l’11 aprile, ma praticamente tutte le forze politiche ritengono possibile, se non probabile, un intervento del governo nazionale che va nella direzione di un ulteriore slittamento del voto a causa dell’emergenza coronavirus: sarebbe, peraltro, il secondo rinvio delle Regionali in Calabria, visto che è già stata annullata una prima data, quella del 14 febbraio, sempre a causa della impossibilità di garantire una tornata elettorale in piena sicurezza per la diffusione del Covid 19. Si attendono comunque dal livello governativo novità a breve, considerando che nei prossimi giorni, mantenendo ferma la data dell’11 aprile, andranno convocati i comizi elettorali. Al momento, comunque, non ci sono comunicazioni ufficiali ma è evidente che l’incertezza sulla data rappresenta un freno per partiti e schieramenti, che aspettano l’evoluzione degli eventi prima di cristallizzare qualsiasi decisione. In ogni caso, qualche punto fermo già c’è, perché in campo ci sono già alcuni candidati governatori: il primo a rompere gli indugi è stato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in passato anche pm a Catanzaro, che si è candidato stringendo un accordo con il fondatore di “Tesoro Calabria” Carlo Tansi e incominciando ad allestire uno schieramento che ha già raccolto l’adesione di movimenti di partiti e di associazioni, essenzialmente di sinistra e di estrema sinistra.

Nelle liste di de Magistris, tra l’altro, saranno candidati anche Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace diventato simbolo delle politiche di accoglienza e integrazione dei migranti, e Sara Scarpulla, la mamma del giovane biologo Matteo Vinci ucciso con un’autobomba dalla ‘ndrangheta nel Vibonese. La candidatura di de Magistris ha indubbiamente scompaginato il campo del centrosinistra, che a fine dicembre aveva avviato il tavolo delle trattative, poi interrotto dopo il primo rinvio delle Regionali: una settimana fa però la svolta, con il Pd che ha lanciato la candidatura a governatore di Nicola Irto, astro nascente dei democrat calabresi e già presidente del Consiglio regionale nella decima legislatura. Irto ha anche invitato de Magistris a riflettere su un passo indietro di tutte le candidature in lizza per individuare una soluzione unitaria del centrosinistra, ma il sindaco di Napoli ha escluso un suo ritiro. Nel centrosinistra quindi si profilano due candidati, Irto e de Magistris, che si stanno anche contendendo il sostegno del M5s, al momento indecifrabile nelle sue scelte, e comunque lacerato anche in Calabria (sono ben sei i parlamentari calabresi “dissidenti” e quindi espulsi, i senatori Nicola Morra, Rosa Abate, Margherita Corrado e Bianca Laura Granato e i deputati Francesco Forciniti e Francesco Sapia): secondo quanto trapela da ambienti del M5S, la base propende per un accordo con de Magistris, inoltre la delegazione grillina ha già manifestato al Pd, al tavolo del centrosinistra, la contrarietà alla candidatura di Irto, ma i pentastellati aspettano indicazioni dai vertici nazionali, considerando che a Roma il dialogo con il Pd è strettissimo. Nel centrodestra, in campo c’è Roberto Occhiuto, capogruppo facente funzioni di Forza Italia alla Camera, indicato da Berlusconi e dal suo partito come candidato presidente: gli accordi nazionali prevedono che, anche dopo la scomparsa della Santelli, la scelta del candidato governatore spetti sempre a Forza Italia, ma Lega e Fratelli d’Italia non si sono ancora pronunciati sul nome di Occhiuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

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