Reggio Calabria, sulle elezioni l’ombra della cosca Araniti. Disposte 14 misure cautelari, Falcomatà e Neri indagati

Reggio Calabria, sulle elezioni l’ombra della cosca Araniti. Disposte 14 misure cautelari, Falcomatà e Neri indagati

Politica e ‘ndrangheta “a braccetto” per realizzare “affari” e gestire il potere allo scopo di farsi reciproci favori e ottenere vantaggi in vari settori della pubblica amministrazione. Ha scoperchiato un pentolone maleodorante di “malapolitica” l’inchiesta “Ducale”, condotta dalla Dda di Reggio Calabria, che ha portato all’esecuzione da parte dei carabinieri del Ros di 14 misure cautelari. Delle 14 misure, sette sono provvedimento di arresto di persone per le quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre altri quattro arrestati sono finiti ai domiciliari. Nei confronti di altre tre persone, invece, è stata emessa la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il dato rilevante é che tra i 22 indagati ci sono il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del PD, ed il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale, Giuseppe Neri. É indagato, inoltre, il consigliere comunale Francesco Sera, anche lui del Pd., L’ipotesi di reato a carico di Falcomatà, Neri e Sera è scambio elettorale politico-mafioso. Per Neri e Sera, tra l’altro, la Dda di Reggio aveva avanzato richiesta di arresto, ma il Gip distrettuale, Vincenzo Quaranta, non l’ha accolta perché non ha ritenuto “compiutamente integrati tutti i presupposti legittimanti la misura cautelare”. Nessuna richiesta di misura, invece, per il sindaco Falcomatà, che é quindi soltanto indagato. Al centro dell’inchiesta, condotta dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, dai procuratori aggiunti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e dal sostituto procuratore Salvatore Rossello, c’è la cosca di ‘ndrangheta degli Araniti, uno dei gruppi storici della criminalità organizzata reggina. Tra gli indagati per i quali é stata disposta la custodia cautelare in carcere c’é il presunto boss Domenico Araniti, di 72 anni, detto il “Duca, indicato come “esponente apicale” della cosca. Dall’inchiesta è emerso, in particolare, che uno degli arrestati per i quali sono stati disposti i domiciliari, Daniel Barillà, di 39 anni, genero di Domenico Araniti, avrebbe alterato le operazioni di voto nelle tornate elettorali del 2020, quando si è votato per le elezioni regionali e comunali di Reggio, e del 2021, anno in cui sono state ripetute le consultazioni regionali dopo la morte prematura della presidente Jole Santelli.

 

 

 

 

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