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Casa di riposo abusiva ospitava oltre trenta anziani in una situazione di “drammatico degrado”, coniugi arrestati a Reggio Calabria

Casa di riposo abusiva ospitava oltre trenta anziani in una situazione di “drammatico degrado”, coniugi arrestati a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA/ Due coniugi, gestori di una casa di riposo abusiva, sono stati arrestati dai carabinieri del Nas di Reggio Calabria a conclusione di un’attività investigativa denominata “Domus aurea”, per maltrattamenti e abbandono di persone incapaci, con l’aggravante di aver causato lesioni personali. I militari hanno dato esecuzione, con l’ausilio di militari del comando provinciale Carabinieri del capoluogo, ad una ordinanza, emessa dal Gip presso Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari. Le indagini sono iniziate il 29 giugno scorso quando i carabinieri del Nas sono entrati in un albergo dismesso in località Gallico, dove era stata allestita una vera e propria casa di riposo senza alcun titolo autorizzativo. La struttura ospitava oltre trenta anziani, incapaci di provvedere a loro stessi per vecchiaia e gravi patologie, in una situazione di “drammatico degrado, abbandono e incuria”. Agli occhi dei militari si è mostrata una struttura in profondo degrado, incuria, disordine ed in gravissime condizioni igienico-sanitarie, con resti di feci e urina per terra e sui letti, pannoloni sporchi, resti di cibo e stoviglie usate, tanto che tutti gli ambienti erano impregnati di un odore nauseabondo. Nel locale cucina c’erano carne e uova in cattivo stato di conservazione, mentre presso la medicheria molti dei farmaci risultavano scaduti. A completare una situazione già surreale è stato accertato, con l’ausilio di tecnici Enel, che l’intera struttura era alimentata con un allaccio abusivo diretto alla rete elettrica pubblica. La successiva attività investigativa, consistita nella raccolta di numerose testimonianze, ha permesso di accertare che i parenti degli anziani erano obbligati a preavvisare ai gestori una eventuale visita e gli incontri dovevano avvenire nella vecchia hall dell’albergo, con il divieto di accedere nelle camere, condotta verosimilmente finalizzata a celare le gravi carenze igienico sanitarie. Al fine di avere un maggiore profitto, i gestori avevano ridotto all’osso il personale, sia sanitario che delle pulizie, abbandonando di fatto gli anziani. Molti ospiti erano affetti da scabbia, particolare che i gestori cercavano di celare vestendo le vittime con abiti a maniche lunghe. Gli arrestati, non sarebbero nuovi a tali condotte. Infatti, si fa rilevare, quanto riscontrato a giugno è solo la conferma di un “preordinato e già sperimentato schema imprenditoriale” a discapito di anziani particolarmente fragili, infatti già il Nas di Reggio Calabria tra gennaio e luglio del 2020 aveva deferito gli odierni indagati per fatti simili e sequestrato a loro carico ulteriori due strutture adibite a casa di riposo, anche queste prive di autorizzazione, tra Reggio Calabria e Gambarie. Oltre agli arrestati, sono stati denunciati per gli stessi reati, ulteriori tre operatori socio sanitari.

 

 

 

 

 

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