Economia sommersa, al “top” c’è la Calabria

Economia sommersa, al “top” c’è la Calabria

Nel Mezzogiorno si registra l’incidenza più elevata dell’economia non osservata. Lo rileva l’Istat nel rapporto sui Conti economici territoriali 2017-2019. Nel 2018, ultimo anno per cui sono disponibili le informazioni, l’economia non osservata (somma della componente sommersa e di quella illegale) rappresenta in Italia il 13,1% del valore aggiunto totale (l’incidenza sul Pil è pari all’11,9%): le componenti più rilevanti sono la rivalutazione della sottodichiarazione dei risultati economici delle imprese (5,9%) e l’impiego di lavoro irregolare (4,9%). L’economia illegale e le altre componenti minori (mance, fitti in nero e integrazione domanda-offerta) incidono per il restante 2,3%. L’incidenza dell’economia non osservata è molto alta nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 18,8% del complesso del valore aggiunto, seguita dal Centro (13,8%). Sensibilmente più contenuta, e inferiore alla media nazionale, è l’incidenza nel Nord-est (10,9%) e nel Nord-ovest (10,3%).
Il peso relativo delle tre diverse componenti dell’economia non osservata si conferma anche a livello ripartizionale; a pesare di più è ovunque la rivalutazione da sotto-dichiarazione che raggiunge un picco nel Mezzogiorno (pari all’8% del valore aggiunto) mentre registra nel Nord-ovest l’incidenza più contenuta (4,7%). Anche la quota di valore aggiunto generato da impiego di lavoro irregolare è significativa nel Mezzogiorno, dove si attesta al 7,5%. L’incidenza risulta lievemente superiore alla media nazionale (pari al 4,9%) al Centro (5%), mentre è inferiore nelle altre due ripartizioni (3,8% il Nord-ovest e 3,9% il Nord-est).

La Calabria, sottolinea l’Istat, è la regione in cui il peso dell’economia non osservata è massimo, con il 21,3% del valore aggiunto complessivo; l’incidenza più bassa si registra invece nella Provincia Autonoma di Bolzano-Bozen (8,4%). Puglia (8,9%), Molise e Marche presentano la quota più alta di rivalutazione del valore aggiunto sottodichiarato (entrambe 8,2%); le quote più basse si registrano invece nella Provincia autonoma di Bolzano-Bozen (2,8%) e nella Provincia Autonoma di Trento (3,7%). Il peso del sommerso dovuto all’impiego di input di lavoro irregolare è particolarmente elevato in Calabria (9,8% del valore aggiunto) e Campania (8,5%), le quote più contenute sono quelle osservate in Lombardia (3,6%) e Veneto (3,7%).

 

 

 

 

 

 

 

desk desk