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Rallenta l’economia nazionale e aumenta il divario Nord-Sud

Rallenta l’economia nazionale  e aumenta il divario Nord-Sud

 

Il rallentamento dell’economia nazionale amplierà il divario tra sud e nord del nostro Paese: a fronte di una crescita dell’1,3% nel Centro-Nord, nel Mezzogiorno l’aumento del prodotto interno lordo si limiterà allo 0,8%. Queste le previsioni della Svimez nel rapporto presentato alla Camera. Anche sul fronte occupazionale si registra un divario rilevante. “A metà 2018 – secondo Svimez – il numero di occupati nel Mezzogiorno è inferiore di 276 mila unità rispetto al livello del medesimo periodo del 2008, mentre nel Centro-Nord è superiore di 382 mila unità. Il tasso di occupazione è ancora due punti al di sotto del 2008 nelle regioni meridionali (44,3% nel 2018, era 46% nel 2008) mentre ha recuperato i livelli 2008 nel Centro-Nord (65,9%)”. Riguardo alla produzione, lo studio mette in evidenza come, “nel più generale rallentamento dell’economia italiana, si riapra la forbice tra Centro-Nord e Mezzogiorno. Rispetto ad agosto, nel 2018 si prevede infatti una minore crescita del Pil italiano: +1,2% invece di +1,5%. Il saggio di crescita del Pil dovrebbe attestarsi all’1,3% nel Centro-Nord e allo 0,8% nel Mezzogiorno. Nel corso dell’anno gli investimenti, che sono la componente più dinamica della domanda, crescono in entrambe le aree, ma in maniera più marcata al Nord: +3,8 nel Sud, +6,2% nel Centro-Nord. Ma è soprattutto la riduzione dei consumi totali, che crescono nel Mezzogiorno dello 0,5% e al Centro Nord dello 0,8%, ad incidere maggiormente sul rallentamento meridionale. Mentre, dopo il calo del 2017, anche i dati della spesa europea confermano che nell’anno in corso non c’è stata alcuna accelerazione delle spese in conto capitale, scontando le difficoltà delle amministrazioni, soprattutto locali, nell’erogare i maggiori stanziamenti previsti nelle ultime leggi di bilancio. L’export meridionale a fine 2018 si prevede segni +1,6% rispetto al +3% del Centro Nord. Infine le unità di lavoro salgono dell’1% nelle aree meridionali e dello 0,8% nelle regioni centrali e settentrionali”.

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