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Premio letterario “La Giara, seconda la calabrese Francesca Veltri

Premio letterario “La Giara, seconda la calabrese Francesca Veltri

COSENZA. Francesca Veltri, di 39 anni, di San Pietro in Guarano, ricercatrice di Sociologia politica al dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria, con il romanzo “Edipo a Berlino”, si è classificata al secondo posto assoluto in occasione del Premio letterario “La Giara”, promosso dalla Rai in collaborazione con il Laboratorio di scrittura creativa di Rai Eri. Al primo posto, Alessandro Musto, piemontese, con “Via Artom”; al terzo, Erika Bianchi, toscana, con “Il rischio dell’inverno”. La Commissione nazionale composta da: Pier Luigi Celli, Antonio Debenedetti, Gian Arturo Ferrari, Paolo Mauri, Franco Scaglia, Marino Sinibaldi e il Laboratorio di scrittura creativa di Rai Eri, ha designato la terna vincitrice da una sestina scelta tra i 42 romanzi semifinalisti, due per ogni regione. La premiazione si è tenuta a Roma, negli studi televisivi di via Teulada, con la conduzione di Giancarlo Magalli e la regia di Michele Guardì, e andrà in onda domani, alle 23.50, su Rai 2. “E’ la seconda volta in quattro edizioni – è detto in un comunicato – che la Calabria si aggiudica il secondo posto della graduatoria nazionale. Nella edizione del 2013, la ‘Giara d’Argentò andò a Eliana Iorfida con il romanzo ‘Sette paia di scarpè. Nell’Albo d’oro dei vincitori la Calabria (due secondi posti) conquista il secondo posto assoluto, alle spalle del Piemonte (un primo posto e un secondo), e prima di Lazio e Lombardia (ciascuna, un primo posto), Basilicata (un primo posto), Marche (un secondo e un terzo posto) e a seguire di Campania, Puglia e Toscana (ciascuna, un terzo posto)”. Il romanzo di Francesca Veltri narra la storia del drammatico conflitto di identità vissuto da Karl, giovane figlio della buona borghesia tedesca legata al terzo Reich, che nella notte dei Cristalli vede capovolta la sua vita da due episodi sconvolgenti: l’omicidio che lui stesso compie con efferatezza contro un ebreo e la successiva traumatica scoperta di non essere ariano, ma di origine ebraica. Da quel momento Karl diventato Stefan, sarà esiliato in Polonia dove a Varsavia, con consapevolezza crescente, cercherà di integrarsi nella comunità ebraica, fino a battersi nei giorni dell’insurrezione del ghetto. In un mondo devastato dalla morte, Stefan si trasformerà in un uomo compassionevole, capace di pacificare dentro se stesso quello che è stato con quello che è diventato.

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