Putin: “E’ stata l’Ucraina ad iniziare la guerra”

Putin: “E’ stata l’Ucraina ad iniziare la guerra”

“L’Ucraina ha iniziato la guerra nel 2014. Non l’ha iniziata la Russia nel 2022. Il nostro è un tentativo di fermare la guerra. Noi vogliamo trattare, l’Ucraina rifiuta di negoziare. A Istanbul eravamo pronti a firmare e la guerra sarebbe finita 15 mesi fa”. Vladimir Putin si esprime così nell’intervista fiume a Tucker Carlson. Il presidente della Russia accoglie il giornalista statunitense al Cremlino e parla per 2 ore in una chiacchierata che, per larghi tratti, è un monologo nel quale Carlson non riesce a intervenire. La prima mezz’ora dell’intervista è una lunga premessa storica con cui Putin evidenzia i legami tra Ucraina e Russia e, di base, la natura artificiale dello stato ucraino. “L’Ucraina nasce come paese neutrale secondo la propria dichiarazione d’indipendenza, ma nel 2008 vengono aperte le porte della Nato…”, dice Putin proponendo la propria ricostruzione dei rapporti tra Mosca e Kiev, parallelamente all’evoluzione interna della situazione in Ucraina. “Nel 2014 c’è stato un golpe, hanno portato una minaccia alla Crimea e hanno avviato una guerra in Donbass. E’ iniziato tutto da lì, con un’operazione militare dopo l’altra. Come potevamo non mostrare preoccupazione per quello che stava accadendo?”, afferma, accusando “l’attuale leadership ucraina” di non aver attuato gli accordi di Minsk. Come si esce dall’impasse ora? I rapporti con gli Stati Uniti cambierebbero se alla Casa Bianca ci fosse un altro presidente? “Non è una questione di leader o di una persona specifica. Ho avuto un ottimo rapporto con Bush, che negli Usa era descritto come un cowboy poco brillante. Avevo un ottimo rapporto con lui a livello umano, sapeva cosa faceva. Ho avuto rapporti personali anche con Trump”, dice Putin. “Non è questione di personalità del leader ma di atteggiamento dell’elite: se l’idea di dominare ad ogni costo regolerà ancora la società americana, non cambierà nulla. Ma se si fa largo che il mondo sta cambiando e gli Stati Uniti si vogliono adattare a questa situazione, le cose potrebbero cambiare”.

 

 

 

 

 

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