Prostituzione, Codacons: “In Calabria “business” da 150 milioni”
Mentre si torna a parlare di riaprire le “case chiuse”, il Codacons diffonde i numeri relativi alla prostituzione in Calabria. Nella nostra regione il mercato del sesso registra un “fatturato” annuo pari a 150 milioni di euro – si legge in una nota diffusa dall’associazione – con una potenziale imposizione fiscale teoricamente superiore a 40 milioni di euro. Il settore – si afferma – è cresciuto sensibilmente, incurante della crisi, anche grazie al boom della prostituzione sul web. Dall’indagine realizzata dal Codacons emerge come siano circa 3 mila gli operatori del sesso in Calabria, per un numero di clienti che raggiunge i 100mila calabresi. Nel periodo della crisi economica il fatturato della prostituzione è cresciuto del 25,8% mentre il numero di soggetti dediti alla prostituzione è aumentato del 28,5%. Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione del numero di prostitute che operano in strada, la cui percentuale rappresenta tuttavia ancora la fetta più consistente, pari al 60% del totale”. Per contraltare si registra una forte crescita nel numero di “lucciole” che decidono di lavorare in casa o, comunque, non all’aperto (40%). “Della totalità delle prostitute operanti nella regione, il 10% – spiega l’assocuiazione – è minorenne, mentre il 60% è costituito da ragazze straniere, provenienti principalmente dai paesi dell’Europa dell’est (Romania, Bulgaria, Ucraina) e dall’Africa (Nigeria in testa). Si registra, inoltre, un fortissimo aumento di prostitute cinesi, che svolgono prevalentemente la propria attività al chiuso (case, centri massaggi, ecc.). I clienti che preferiscono andare per strada hanno un’età media compresa tra i 35 e i 50 anni, un livello di istruzione basso o molto basso, sono sposati ovvero hanno partner regolari ed hanno uno o più figli. Di contro, chi cerca l’amore a pagamento on-line, ha un’età media di 25-35 anni, single, senza figli, e con un livello di istruzione medio-alto. La spesa dei clienti abituali è mediamente pari a 100 euro al mese”. I costi delle prestazioni sono assai diversificati a seconda del “servizio”: per una escort, ad esempio, si arriva – calcola il Codacons – a pagare anche 500 euro. Costi che scendono a 20 miserabili euro, incassati dalle cosiddette schiave del sesso, per prestazioni rapide consumate in strada o nei campi”.
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