Porto di Gioia Tauro, Nicolò: “Le prospettive sono buie”

Porto di Gioia Tauro, Nicolò: “Le prospettive sono buie”

REGGIO CALABRIA. “Sono stati licenziati 377 lavoratori portuali e non si intravede alcun segnale di ripresa nella produttività. Tutt’altro: ormai non si scaricano neanche 23 container alla settimana, ovvero circa la metà della media preventivata, mentre cresce forte la competitività di scali come Genova al Nord ma anche a Sud, quello di Taranto. Insomma, al porto di Gioia Tauro approdano solo prospettive buie, a dispetto degli impegni e delle più solenni promesse del Governo di Roma e della giunta regionale del presidente Oliverio”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, sottolineando che “lo scenario è desolante e traccia un quadro di forte allarme, che non è possibile sottovalutare. Quello di Gioia Tauro, come abbiamo già avuto modo di affermare, è un porto ‘traditò, raggirato – dice – dalle scelte deleterie operate dal governo nazionale e accettate supinamente dal presidente Oliverio e dai gruppi dirigenti della sua parte politica. Non vogliamo certo sminuire – prosegue Nicolò – gli effetti della crisi complessiva che attraversa il trasporto marittimo mondiale delle merci, ma è sotto gli occhi di tutti che stia svanendo miseramente il sogno dello scalo gioiese e, non più tardi di tre giorni fa, è stato il report annuale della stessa Autorità portuale a certificarlo ufficialmente. Il bilancio oggi – continua – si avvicina purtroppo ad un buco nell’acqua. Senza gli adeguamenti strutturali individuati ormai da anni, con i cantieri per il bacino di carenaggio ancora fermi, privo di quella zona franca invano promessa dal 1996, il porto è ancora isolato ed i ritardi nel pianificare idonei catalizzatori economico-industriali non solo non hanno ancora attivato un reale processo di sviluppo del territorio ma hanno costretto a correre ai ripari per tentare almeno di difendere l’esistente”. Nicolò domanda: “Che fine hanno fatto l’intermodalità e il maggiore utilizzo della ferrovia? E la zona franca, ovvero l’area portuale destinata a operare e fare attività industriali, in regime extradoganale? Gioia Tauro – aggiunge l’esponente politico – fino a qualche anno fa era il più importante, più grande e più utilizzato porto container del Mediterraneo. Ora sta diventando man mano uno scalo marittimo di ‘serie B’. La crisi del settore c’è, ma ci penalizzano soprattutto le scelte governative nazionali. Quelle che via via hanno cancellato il sogno di vent’anni fa, una sfida senza precedenti e di fondamentale importanza per lo sviluppo della Calabria e di una vasta area dell’intero Mezzogiorno”. A parere di Nicolò “Le conseguenze più gravi e pesanti stanno ricadendo sui lavoratori portuali che hanno già subito quasi 400 licenziamenti. Ma il declino del porto si accentua e Gioia Tauro, da preziosa risorsa e volàno di sviluppo che era, sta diventando un problema. Aldilà degli spot, più o meno elettorali, la questione non è evidentemente al centro dell’interesse del Governo, che promuove solo i porti del Nord, Genova soprattutto ma anche Trieste come principali interlocutori di un mercato globale. Le promesse e le rassicurazioni declamate dal presidente Oliverio contrastano e sono sempre puntualmente smentite nei fatti dalle decisioni del Governo ‘amicò nazionale. Il Porto di Gioia Tauro che occupa incontestabilmente, per posizione e caratteristiche strutturali, un ruolo strategico primario negli scambi intercontinentali – continua il capogruppo di Forza Italia – non può essere tagliato fuori dalle nuove prospettive che si aprono nel trasporto mondiale. La posta in gioco è davvero altissima. E ci sono in ballo anche tutti i progetti relativi al rilancio del retroporto, pure rimasti sulla carta. Perciò auspichiamo un immediato e adeguato intervento del Governatore Oliverio per dimostrare quanto eventualmente sia ascoltato a Roma, aldilà della propaganda. E per cancellare l’impressione che il Porto di Gioia Tauro non rientri nelle priorità di intervento del Governo centrale e di quello regionale. Occorre invertire subito la rotta, insomma, con segnali concreti e positivi, per evitare – conclude – che Gioia Tauro e l’intera nostra regione siano nuovamente defraudate da un Governo perennemente distratto riguardo alle problematiche della Calabria e del Sud”.

 

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