“Ponte sullo Stretto opera insostenibile”: le critiche al progetto di Potere al Popolo

“Ponte sullo Stretto opera insostenibile”:  le critiche al progetto di Potere al Popolo

 

REGGIO CALABRIA. “Puntuale come un orologio svizzero, alla vigilia di ogni tornata elettorale assistiamo al fantasmatico rilancio della costruzione del Ponte sullo Stretto. Anche se basta informarsi un minimo per capire che il Ponte è insostenibile, non possiamo sottovalutare il rischio che si ritorni a dirottare risorse pubbliche su questa follia, per dare qualche contentino ai soliti gruppi di interesse – gli stessi che sono ritornati ad aggirarsi famelicamente sullo spettro del TAV Torino-Lione – o per puro calcolo elettoralistico”. Lo scrive Potere al Popolo di Reggio Calabria, annunciando un’assemblea pubblica per domani, alle ore 18, a Villa S. Giovanni. All’incontro prenderanno parte gli attivisti della Rete No-Ponte Gino Sturniolo e Alberto Ziparo. “Negli ultimi anni – continua il comunicato – i trasporti nello Stretto sono stati progressivamente depotenziati e nulla è stato fatto per sostenere la continuità territoriale tra le due sponde: riprendere a chiedere di finanziare progetti inutili, costosi e fantasiosi come il Ponte, è vergognoso oltre che assurdo. Ancora una volta rigettiamo tutte le sirene incantatrici che promettono illimitati posti di lavoro, sulla falsariga di quanto accaduto – o sarebbe meglio dire non accaduto – negli ultimi decenni: la realtà dei fatti ha dimostrato che quella del Ponte sullo Stretto è solo una favoletta elettoralistica, costruita a scapito delle vere necessità dei nostri territori. Riteniamo infatti importante sottolineare- scrive Potere al Popolo – che dietro la nostra opposizione a questo esempio di sperpero di denaro pubblico e di devastazione ambientale ci sono varie proposte per uno sviluppo del territorio sostenibile e attento ai bisogni di chi ci vive: dall’ambiente – in totale dissesto idrogeologico, cosa di cui ci rendiamo conto ad ogni temporale – alla mobilità impraticabile, passando per infrastrutture inadeguate, come sa chi per lavoro o per altri motivi deve muoversi dalle regioni meridionali per recarsi altrove.”

 

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