Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente ed eseguire determinate funzioni. Di seguito troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie in ciascuna categoria di consenso.

I cookie classificati come "necessari" vengono memorizzati nel tuo browser in quanto sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Pino Masciari: “La revoca della scorta è una condanna a morte”

Pino Masciari: “La revoca della scorta è una condanna a morte”

 

“Chiedere che venga ancora riconosciuta, anzi aumentata, la misura di protezione tramite scorta non è per me l’adesione ad una moda o a un capriccio; la mia è una richiesta che parte da un oggettivo e concreto rischio che si è palesato nel momento stesso in cui ho scelto di denunciare affidandomi alla legge dello Stato”. Lo scrive Pino Masciari, l’imprenditore testimone di giustizia per il quale il ministero dell’Interno ha avviato la procedura di revoca della tutela personale, in una memoria scritta fatta recapitare alla Prefettura della provincia in cui risiede, che pochi giorni fa gli ha fatto pervenire la decisione del competente ufficio del Viminale.
Con le sue dichiarazioni, Masciari, imprenditore edile originario di Catanzaro, ha determinato la condanna a pesanti pene di importanti boss della ‘ndrangheta. Ora scrive che la revoca delle misure di sicurezza per lui e per i suoi familiari equivale a una condanna a morte. “Tengo particolarmente a sottolineare – scrive Masciari nella memoria di cui l’AGI ha letto il contenuto – che i miei figli non hanno mai, in tutti questi anni, potuto vivere un’esistenza normale, poiché tale scelta ha pregiudicato la loro serenità, minata costantemente dalla paura e dal sentimento di pericolo, emozioni gravose e non adatte alla loro giovane età”.

Masciari chiede, dunque, il mantenimento delle misure a suo tempo decise a tutela sua e della sua famiglia e scrive parole molto dure. “L’eventuale revoca delle misure di sicurezza, nella concretezza – spiega – assume il significato di condanna a morte di un uomo e di un padre che ha creduto nello stato, ha perso le aziende e il lavoro, gli affetti e la sua terra ed è stato fatto vivere per tutti questi anni da esiliato sacrificando la moglie e i figli.  La mia vita – fa rilevare – quella di mia moglie e dei miei figli non può essere valutata e trattata così come si fa con le pratiche amministrative. Nelle vostre mani c’è la mia esistenza e quella della mia famiglia. Per alto senso civico e per la difesa dei valori costituzionali ho denunciato esponendo me stesso e la mia famiglia a rischi incalcolabili ma ero certo che lo Stato sarebbe stato al mio fianco finché ne avessi avuto bisogno, non finché fosse ‘stato avviato un procedimento amministrativo’. Siamo persone… non pratiche e atti da evadere. Non è difficile – aggiunge –  ricordare nomi e vicende di altre persone vittime di ritorsione mafiosa, colpite proprio nel momento in cui lo stato gli ha voltato le spalle o quando c’è stata una disattenzione nel sistema di protezione”.

 

 

 

 

 

desk desk