Aggressione a Davide Ferrerio, pena ridotta in appello all’aggressore
Uno sconto di otto anni rispetto alla condanna che gli era stata inflitta in primo grado: è la decisione assunta dalla corte d’appello di Catanzaro, presieduta da Giancarlo Bianchi, nel processo che si è concluso oggi a carico di Nicolò Passalacqua, il 24enne di Colleferro (Rm) autore dell’aggressione a Davide Ferrerio, il ventenne di Bologna ridotto in fin di vita la sera dell’11 agosto 2022 nel centro di Crotone. I giudici gli hanno inflitto 12 anni e 8 mesi reclusione, previa esclusione dell’aggravante della minorata difesa della vittima. In primo grado il giudice dell’udienza preliminare di Crotone lo aveva condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione. Anche nel processo d’appello, comunque, è stata confermata l’accusa, sostenuta sin dall’inizio dalla Procura della Repubblica di Crotone, di tentato omicidio. Accusa che sembrava dovesse essere derubricata in quella di lesioni gravissime in virtù di una perizia tecnica secondo cui il giovane bolognese era affetto da una patologia che avrebbe aggravato le conseguenze del pugno sferratogli da Passalacqua. Perizia accolta nel processo parallelo a carico dei mandanti dell’aggressione dal Tribunale di Crotone che ha infatti derubricato il concorso anomalo in tentato omicidio in lesioni gravissime contestate ad Anna Perugino, mamma della ragazzina al centro della contesa, e che per questo è stata condannata a 8 anni di reclusione. L’aggressione a Davide Ferrerio è avvenuta per un tragico scambio di persona causato da una serie di sfortunate coincidenze. Alla base dell’equivoco una relazione sui social tra una ragazza, Martina Perugino, oggi 18enne, alla quale era interessato Passalacqua, ed un uomo di 32 anni, Alessandro Curto che si nascondeva sotto un profilo falso con il nome di un ex fidanzato della minore. Per questo la mamma della giovane, Anna Perugino, organizzò un appuntamento per scoprire chi fosse l’uomo che si nascondeva dietro quel profilo. Insieme al compagno, ad alcuni suoi parenti ed a Nicolò Passalacqua, si recò quindi davanti al palazzo di giustizia. Qui avevano incrociarono Curto che, capito come l’appuntamento fosse una trappola, si defilò e, dopo aver raggiunto la sua auto, inviò un messaggio alla ragazza nel quale diceva di avere “una camicia bianca” per depistare le attenzioni. Subito dopo quel messaggio scattò l’aggressione a Ferrerio che indossava una camicia bianca e che, invece, stava aspettando un amico per andare a mangiare una pizza.
Fiorita: “Catanzaro abbraccia la famiglia di Davide Ferrerio”
“Oggi a Catanzaro si è consumato un decisivo passaggio della vicenda giudiziaria legata alla storia drammatica di Davide Ferrerio, il 21enne pestato brutalmente circa due anni fa, mentre trascorreva le vacanze a Crotone, e che versa, da allora, in coma irreversibile. Una storia che ci ha colpiti da vicino, per la tragicità della dinamica e perché, all’ospedale di Catanzaro, il ragazzo è stato ricoverato per le prime cure”. E’ quanto afferma, in una nota, il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. “Sono stato vicino, fin dall’inizio, alla mamma, Giusy Orlando -aggiunge Fiorita- cercando di farle sentire il più possibile la solidarietà personale e quella istituzionale, in un momento che è andato via via sempre più dilatandosi e che, purtroppo, è rimasto caratterizzato dal dolore e dallo sgomento. Oggi nel Capoluogo è arrivata la sentenza del giudizio d’appello nei confronti del principale imputato, ritenuto l’autore dell’assurda violenza e già condannato in primo grado per tentato omicidio. Il mio ruolo mi impone una doverosa distanza dagli sviluppi processuali. In questo momento, desidero ancora una volta far arrivare l’abbraccio della città alla famiglia Ferrerio -sottolinea ancora il sindaco di Catanzaro- perché ritengo che la presenza al suo fianco, non solo formale, di un sindaco significhi anche la volontà di dimostrare che la Calabria è una terra in cui i valori dell’accoglienza, della solidarietà e del rispetto della vita non possono mai arretrare davanti alla cieca violenza e devono essere sostenuti e manifestati in ogni sede”.