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Due anni e 6 mesi di messa in prova per la 17enne del pestaggio di Davide Ferrerio

Due anni e 6 mesi di messa in prova per la 17enne del pestaggio di Davide Ferrerio

Il gup del Tribunale dei minorenni di Catanzaro Emanuela Folino, ha disposto in 2 anni e 6 mesi la durata della messa alla prova per la ragazza – 17enne all’epoca dei fatti – accusata di concorso anomalo nel tentato omicidio di Davide Ferrerio, il 22enne bolognese, aggredito l’11 agosto 2022 a Crotone e ora ricoverato in coma irreversibile nel capoluogo emiliano. La giovane è all’origine dell’aggressione compiuta da Nicolò Passalacqua, di 22 anni, che colpì Davide scambiandolo per uno spasimante dell’allora 17enne. All’origine dell’aggressione, infatti, c’è stato un assurdo scambio di persona nato da una relazione social tra la ragazza, alla quale era interessato Passalacqua, ed un 32enne che si celava sotto un profilo falso con il nome di un ex fidanzato. Per questo la mamma della giovane, di 42 anni, aveva organizzato un appuntamento per scoprire chi fosse l’uomo. La ragazza, insieme ad un gruppo di parenti e a Passalacqua si era recata davanti al Tribunale. Qui hanno incrociato il 32enne che, capito che l’appuntamento poteva essere una trappola, si è defilato e, dopo aver raggiunto l’auto, ha inviato un messaggio alla ragazza dicendo di avere “una camicia bianca”. In quel momento passava Davide, del tutto estraneo alla vicenda, che è stato puntato da Passalacqua ed aggredito con un calcio alle costole ed un pugno alla testa proprio perché indossava una camicia bianca. La ragazza, difesa dall’avvocato Aldo Truncé, è stata processata davanti al Tribunale dei Minorenni di Catanzaro e si è avvalsa del rito abbreviato; nei suoi confronti era stato già disposta la messa alla prova il 5 aprile scorso. Ieri mattina il gup, dopo aver ascoltato il programma proposto dalle assistenti sociali, nonostante la contrarietà del procuratore dei Minorenni Maria Alessandra Ruberto, ha determinato in 2 anni e 6 mesi (questi ultimi già scontati) la durata della messa alla prova. Inoltre ha revocato la misura degli arresti domiciliari e disposto la scarcerazione. La giovane, che si trova ora in una casa protetta a Messina, svolgerà lì l’attività a favore di persone disabili con l’obbligo anche di terminare gli studi e seguire alcuni progetti di recupero proposti dalle assistenti sociali.

 

 

 

 

 

 

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